La tesi si propone di esplorare la connessione tra la pratica della pittura paesaggistica e il risveglio della coscienza ecologica. L’esempio di Théodore Rousseau – paesaggista francese che promosse con successo l’idea del primo sito di conservazione del territorio istituito dallo stato nel mondo occidentale a metà del XIX secolo – rappresenta un caso relativamente ben studiato e, secondo Greg M. Thomas, insolito di co-emergenza di estetica ecologica, pensiero ecologico e politica ambientale. L’affermazione dell’unicità di un caso simile ispira a indagare e valutare l’impatto di altri artisti oltre l’eredità fisica delle loro opere, in particolare sul piano ecologico. Studi storici di questo tipo mirano ad arricchire il discorso ecocritico contemporaneo e a ripensare l’intreccio tra gli agenti dell’ecosistema. Per la parte di studio di caso della ricerca sono stati scelti artisti ucraini del XIX - inizio XX secolo, come Ivan Aivazovsky, Taras Shevchenko e Maksimilian Vološin, con una storia documentata non solo di pratica artistica ma anche di impatto sociale su vari livelli. Secondo studiosi contemporanei dell’ecocritica storica dell’arte, l’arte prodotta prima dell’era di Silent Spring degli anni ’60 rappresenta o incarna piuttosto idee ecologiche, più che funzionare come forma diretta di attivismo ambientale. Pertanto, la ricerca invita a un’interpretazione ecocritica delle opere all’interno dei casi studiati e a un’analisi letteraria delle biografie degli autori, così come di altre fonti bibliografiche correlate. Uno sguardo più approfondito sull’impatto storico della pittura paesaggistica come mezzo per relazionarsi con l’ambiente, insieme ai potenziali effetti di tale pratica, può portare allo sviluppo di nuovi approcci per affrontare le sfide ecologiche contemporanee.

The thesis aims to explore the connection between the practice of landscape painting and the awakening of ecological consciousness. The example of Theodore Rousseau - a French landscapist who successfully promoted the idea of the first Western world’s state-established land preservation site in the mid-19th century - is a relatively well-studied, and, according to Greg M. Thomas [2], unusual, case of the co-emergence of ecological aesthetics, ecological thought, and environmental politics. The assertion of the uniqueness of such a case inspires to investigate and evaluate other artists’ impact beyond the physical legacy of their artwork, particularly the ecological. Historical studies as such are intended to enrich contemporary ecocritical discourse and re-think the entanglement of the agents of the ecosystem. For the case study part of the research were chosen the Ukrainian artists of the 19th - early 20th century, such as Ivan Aivazovsky, Taras Shevchenko, and Maximilian Voloshin, with the documented history of not only an art practice but also a social impact on various scales. According to modern scholars of art historical ecocriticism [1], the art made prior to the Silent Spring era of the 1960s rather represents or embodies ecological ideas, than functions as a direct form of environmental activism. Therefore, the research calls for the ecocritical interpretation of the artworks within the cases and literature analysis of the biographies of authors as well as other related bibliographic sources. A deeper look into the historical impact of landscape painting as a means of relating to the environment, along with the potential outcomes of such practice, can lead to the development of new approaches to addressing contemporary ecological challenges. 1. Braddock, A. C., Coughlin, M., DeLue, R. Z., Demos, T. J., Torres, M. D., Dunaway, F., ... & Thomas, G. M. (2021). Picture Ecology: Art and Ecocriticism in Planetary Perspective. Princeton University Press. 2. Thomas, G. M. (2000). Art and ecology in nineteenth-century France: the landscapes of Théodore Rousseau. Princeton University Press

The Art of Relation: the practice of depicting landscape and the ecological consciousness. Ukrainian artists of the 19th - early 20th century

PLESHAKOVA, ANTONINA
2024/2025

Abstract

La tesi si propone di esplorare la connessione tra la pratica della pittura paesaggistica e il risveglio della coscienza ecologica. L’esempio di Théodore Rousseau – paesaggista francese che promosse con successo l’idea del primo sito di conservazione del territorio istituito dallo stato nel mondo occidentale a metà del XIX secolo – rappresenta un caso relativamente ben studiato e, secondo Greg M. Thomas, insolito di co-emergenza di estetica ecologica, pensiero ecologico e politica ambientale. L’affermazione dell’unicità di un caso simile ispira a indagare e valutare l’impatto di altri artisti oltre l’eredità fisica delle loro opere, in particolare sul piano ecologico. Studi storici di questo tipo mirano ad arricchire il discorso ecocritico contemporaneo e a ripensare l’intreccio tra gli agenti dell’ecosistema. Per la parte di studio di caso della ricerca sono stati scelti artisti ucraini del XIX - inizio XX secolo, come Ivan Aivazovsky, Taras Shevchenko e Maksimilian Vološin, con una storia documentata non solo di pratica artistica ma anche di impatto sociale su vari livelli. Secondo studiosi contemporanei dell’ecocritica storica dell’arte, l’arte prodotta prima dell’era di Silent Spring degli anni ’60 rappresenta o incarna piuttosto idee ecologiche, più che funzionare come forma diretta di attivismo ambientale. Pertanto, la ricerca invita a un’interpretazione ecocritica delle opere all’interno dei casi studiati e a un’analisi letteraria delle biografie degli autori, così come di altre fonti bibliografiche correlate. Uno sguardo più approfondito sull’impatto storico della pittura paesaggistica come mezzo per relazionarsi con l’ambiente, insieme ai potenziali effetti di tale pratica, può portare allo sviluppo di nuovi approcci per affrontare le sfide ecologiche contemporanee.
2024
The thesis aims to explore the connection between the practice of landscape painting and the awakening of ecological consciousness. The example of Theodore Rousseau - a French landscapist who successfully promoted the idea of the first Western world’s state-established land preservation site in the mid-19th century - is a relatively well-studied, and, according to Greg M. Thomas [2], unusual, case of the co-emergence of ecological aesthetics, ecological thought, and environmental politics. The assertion of the uniqueness of such a case inspires to investigate and evaluate other artists’ impact beyond the physical legacy of their artwork, particularly the ecological. Historical studies as such are intended to enrich contemporary ecocritical discourse and re-think the entanglement of the agents of the ecosystem. For the case study part of the research were chosen the Ukrainian artists of the 19th - early 20th century, such as Ivan Aivazovsky, Taras Shevchenko, and Maximilian Voloshin, with the documented history of not only an art practice but also a social impact on various scales. According to modern scholars of art historical ecocriticism [1], the art made prior to the Silent Spring era of the 1960s rather represents or embodies ecological ideas, than functions as a direct form of environmental activism. Therefore, the research calls for the ecocritical interpretation of the artworks within the cases and literature analysis of the biographies of authors as well as other related bibliographic sources. A deeper look into the historical impact of landscape painting as a means of relating to the environment, along with the potential outcomes of such practice, can lead to the development of new approaches to addressing contemporary ecological challenges. 1. Braddock, A. C., Coughlin, M., DeLue, R. Z., Demos, T. J., Torres, M. D., Dunaway, F., ... & Thomas, G. M. (2021). Picture Ecology: Art and Ecocriticism in Planetary Perspective. Princeton University Press. 2. Thomas, G. M. (2000). Art and ecology in nineteenth-century France: the landscapes of Théodore Rousseau. Princeton University Press
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/27070