I manufatti ceramici di interesse archeologico costituiscono una fonte importante di informazioni sulla cultura, le tecnologie e le consuetudini delle popolazioni del passato che li hanno prodotti. In questo lavoro di tesi è stato studiato un manufatto apparentemente fittile, la cui provenienza non certificata è stato riferito essere Cerveteri (Roma). L’oggetto si può ascrivere alla categoria delle antefisse, oggetti fittili prodotti da civiltà antiche aventi per destinazione d’uso la copertura del coppo o del trave costituente la copertura di edifici. La superficie all’osservazione diretta appare policroma ma scarsamente conservata. È stata effettuata una ricerca di immagini di antefisse antiche per stimare un possibile periodo di realizzazione del manufatto ed è stato elaborato un progetto diagnostico idoneo a fornire risposte in merito alla caratterizzazione dei materiali costituenti l’antefissa e della tecnologia di produzione. Nello specifico, sono state ricavate delle microfotografie della superficie dell’oggetto per valutarne la conservazione degli strati superficiali e altre microfotografie sono state ottenute dall’osservazione di cross-sections ricavate da microcampioni prelevati. Indagini spettroscopiche FTIR, micro Raman, XRF, hanno permesso di caratterizzare le specie presenti sia a livello elementale che molecolare. In particolare le analisi sono state effettuate su campioni di policromia in polvere e sulle cross-section studiate. È stata effettuata l’analisi SEM/EDX per disporre di un’ulteriore informazione da comparare con quelle precedentemente acquisite al fine di confermare la presenza di alcuni composti caratterizzanti l’impasto e le stesure policrome. Infine, l’analisi calorimetrica TG/DSC effettuata su un campione di impasto ceramico e su un campione di stesura bianca ha consentito di individuare un intervallo di temperatura compatibile con la temperatura di cottura dell’oggetto studiato. La comparazione tra le varie analisi effettuate e le risultanze che hanno prodotto ha consentito la restituzione della composizione dell’oggetto, e il successivo confronto con la letteratura ha consentito una collocazione del manufatto all’interno della produzione fittile dell’Etruria meridionale.

Applicazione di tecniche analitiche avanzate per l’autenticazione di un manufatto ceramico di epoca etrusca

GIACOMETTI, ROBERTA
2024/2025

Abstract

I manufatti ceramici di interesse archeologico costituiscono una fonte importante di informazioni sulla cultura, le tecnologie e le consuetudini delle popolazioni del passato che li hanno prodotti. In questo lavoro di tesi è stato studiato un manufatto apparentemente fittile, la cui provenienza non certificata è stato riferito essere Cerveteri (Roma). L’oggetto si può ascrivere alla categoria delle antefisse, oggetti fittili prodotti da civiltà antiche aventi per destinazione d’uso la copertura del coppo o del trave costituente la copertura di edifici. La superficie all’osservazione diretta appare policroma ma scarsamente conservata. È stata effettuata una ricerca di immagini di antefisse antiche per stimare un possibile periodo di realizzazione del manufatto ed è stato elaborato un progetto diagnostico idoneo a fornire risposte in merito alla caratterizzazione dei materiali costituenti l’antefissa e della tecnologia di produzione. Nello specifico, sono state ricavate delle microfotografie della superficie dell’oggetto per valutarne la conservazione degli strati superficiali e altre microfotografie sono state ottenute dall’osservazione di cross-sections ricavate da microcampioni prelevati. Indagini spettroscopiche FTIR, micro Raman, XRF, hanno permesso di caratterizzare le specie presenti sia a livello elementale che molecolare. In particolare le analisi sono state effettuate su campioni di policromia in polvere e sulle cross-section studiate. È stata effettuata l’analisi SEM/EDX per disporre di un’ulteriore informazione da comparare con quelle precedentemente acquisite al fine di confermare la presenza di alcuni composti caratterizzanti l’impasto e le stesure policrome. Infine, l’analisi calorimetrica TG/DSC effettuata su un campione di impasto ceramico e su un campione di stesura bianca ha consentito di individuare un intervallo di temperatura compatibile con la temperatura di cottura dell’oggetto studiato. La comparazione tra le varie analisi effettuate e le risultanze che hanno prodotto ha consentito la restituzione della composizione dell’oggetto, e il successivo confronto con la letteratura ha consentito una collocazione del manufatto all’interno della produzione fittile dell’Etruria meridionale.
2024
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