La tesi assume come caso di studio il palazzo di Nymphaion (Kemalpaşa, Turchia) per interrogare continuità e innovazione dell’architettura lascaride e la sua trasmissione nella rinascenza paleologa. In apertura si ricostruisce il quadro storico e territoriale dell’area dell’Ermo/Smirne prima dell’impianto e nel immediato dopo, intrecciando fonti coeve, testimonianze documentarie e fortuna critica, così da fissare il contesto operativo dei cantieri niceni. Segue la lettura dell’edificio: stato attuale e fasi di restauro, confronto serrato tra fotografie storiche e rilievi recenti, verifica delle principali ipotesi ricostruttive. Si discutono impianto a blocco unico, stratificazione laterizio/pietra con banda policroma, percorsi verticali, e i lacerti dell’apparato pittorico (finto opus sectile e zoccolo a palmette su fondo blu), al fine di definire grammatica costruttiva e accenti decorativi. Un confronto tipologico e tecnico con Tekfur Sarayı (Palazzo del Porfirogenito), Niketiaton/Eskihisar e il complesso palaziale di Mystras mette a fuoco il “palazzo-blocco” come forma messa a punto in esilio e reimpiegata nella capitale dopo il 1261, delineando linee di continuità e adattamenti locali. A completamento, si presenta un dossier sui materiali rinvenuti nell’area palaziale: inquadramento tipologico-cronologico delle ceramiche bizantine (indicatori di consumo e circolazione) e riesame di una lastra marmorea decorata, verosimilmente pertinente a un sarcofago, analizzata nei caratteri formali e tecnico-materici. L’insieme delle evidenze consente di circoscrivere il lascito lascaride come cerniera tra tradizione comnena e rinascenza paleologa, suggerendo percorsi di trasmissione progettuale dal contesto niceno alla Costantinopoli restaurata.
Architettura residenziale bizantina nel regno dell’impero di Nicea (1204-1261): il palazzo di Nymphaion presso Smirne
LOLLI, FEDERICA
2024/2025
Abstract
La tesi assume come caso di studio il palazzo di Nymphaion (Kemalpaşa, Turchia) per interrogare continuità e innovazione dell’architettura lascaride e la sua trasmissione nella rinascenza paleologa. In apertura si ricostruisce il quadro storico e territoriale dell’area dell’Ermo/Smirne prima dell’impianto e nel immediato dopo, intrecciando fonti coeve, testimonianze documentarie e fortuna critica, così da fissare il contesto operativo dei cantieri niceni. Segue la lettura dell’edificio: stato attuale e fasi di restauro, confronto serrato tra fotografie storiche e rilievi recenti, verifica delle principali ipotesi ricostruttive. Si discutono impianto a blocco unico, stratificazione laterizio/pietra con banda policroma, percorsi verticali, e i lacerti dell’apparato pittorico (finto opus sectile e zoccolo a palmette su fondo blu), al fine di definire grammatica costruttiva e accenti decorativi. Un confronto tipologico e tecnico con Tekfur Sarayı (Palazzo del Porfirogenito), Niketiaton/Eskihisar e il complesso palaziale di Mystras mette a fuoco il “palazzo-blocco” come forma messa a punto in esilio e reimpiegata nella capitale dopo il 1261, delineando linee di continuità e adattamenti locali. A completamento, si presenta un dossier sui materiali rinvenuti nell’area palaziale: inquadramento tipologico-cronologico delle ceramiche bizantine (indicatori di consumo e circolazione) e riesame di una lastra marmorea decorata, verosimilmente pertinente a un sarcofago, analizzata nei caratteri formali e tecnico-materici. L’insieme delle evidenze consente di circoscrivere il lascito lascaride come cerniera tra tradizione comnena e rinascenza paleologa, suggerendo percorsi di trasmissione progettuale dal contesto niceno alla Costantinopoli restaurata.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26903