Negli ultimi anni il diritto tributario internazionale ha conosciuto profonde trasformazioni, dovute soprattutto alla globalizzazione e alla digitalizzazione. Questi fenomeni hanno favorito l'emergere di pratiche elusive da parte delle multinazionali, quali lo spostamento fittizio dei profitti e l'erosione della base imponibile, con l'obiettivo di ottenere vantaggi fiscali indebiti. Per contrastare tali distorsioni, l'OCSE ha promosso il progetto BEPS 2.0, strutturato su due pilastri. Nell'ambito di tale iniziativa è stata introdotta la Global Minimum Tax, un sistema di imposizione minima a livello globale che fissa un'aliquota effettiva non inferiore al 15%. Essa è disciplinata dalle disposizioni contenute nel Pillar Two, denominate GloBE Rules, rivolte ai grandi gruppi multinazionali con un fatturato superiore a 750 milioni di euro in almeno due dei quattro periodi di imposta precedenti. Il regime si fonda su tre regole cardine: la QDMTT, l'IIR e l'UTPR, le quali applicate in via gerarchica e subordinata garantiscono che i redditi non adeguatamente tassati in una giurisdizione siano comunque assoggettati a imposizione altrove. Nonostante l'ampio consenso iniziale, l'attuazione della Global Minimum Tax incontra oggi significativi ostacoli dovuti alla mancata adesione globale. Le criticità riguardano soprattutto l'impatto sulla sovranità impositiva dei singoli Stati e le difficoltà operative delle regole del Pillar Two. Tali difficoltà rischiano di incentivare le imprese ad orientarsi nuovamente verso pratiche elusive, evitando i Paesi che hanno recepito la riforma e compromettendo, così, l'efficacia della lotta contro le pratiche di aggressive tax planning.

La Global Minimum Tax: la mancata armonizzazione a livello globale

PIAI, ERICA
2024/2025

Abstract

Negli ultimi anni il diritto tributario internazionale ha conosciuto profonde trasformazioni, dovute soprattutto alla globalizzazione e alla digitalizzazione. Questi fenomeni hanno favorito l'emergere di pratiche elusive da parte delle multinazionali, quali lo spostamento fittizio dei profitti e l'erosione della base imponibile, con l'obiettivo di ottenere vantaggi fiscali indebiti. Per contrastare tali distorsioni, l'OCSE ha promosso il progetto BEPS 2.0, strutturato su due pilastri. Nell'ambito di tale iniziativa è stata introdotta la Global Minimum Tax, un sistema di imposizione minima a livello globale che fissa un'aliquota effettiva non inferiore al 15%. Essa è disciplinata dalle disposizioni contenute nel Pillar Two, denominate GloBE Rules, rivolte ai grandi gruppi multinazionali con un fatturato superiore a 750 milioni di euro in almeno due dei quattro periodi di imposta precedenti. Il regime si fonda su tre regole cardine: la QDMTT, l'IIR e l'UTPR, le quali applicate in via gerarchica e subordinata garantiscono che i redditi non adeguatamente tassati in una giurisdizione siano comunque assoggettati a imposizione altrove. Nonostante l'ampio consenso iniziale, l'attuazione della Global Minimum Tax incontra oggi significativi ostacoli dovuti alla mancata adesione globale. Le criticità riguardano soprattutto l'impatto sulla sovranità impositiva dei singoli Stati e le difficoltà operative delle regole del Pillar Two. Tali difficoltà rischiano di incentivare le imprese ad orientarsi nuovamente verso pratiche elusive, evitando i Paesi che hanno recepito la riforma e compromettendo, così, l'efficacia della lotta contro le pratiche di aggressive tax planning.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/26885