L’elaborato si propone di analizzare il genere dello ukiyoe non solo nella sua dimensione estetica ormai consolidata, ma soprattutto come straordinario strumento di comunicazione di massa e di marketing ante litteram nel Giappone del periodo Edo (1603–1868). Partendo da una riflessione critica sulla visione spesso decontestualizzata con cui queste xilografie vengono interpretate, il lavoro intende restituirle al loro originario contesto produttivo e commerciale: un vivace e competitivo mercato editoriale, nel quale editori, artisti e commercianti collaboravano in modo sinergico per promuovere personaggi celebri, beni di consumo, nuove mode e luoghi di intrattenimento. Attraverso l’analisi di esempi significativi appartenenti ai principali sottogeneri, come le immagini di belle donne (bijinga), di attori kabuki (yakusha e), di lottatori di sumō (sumō e) e di paesaggi (meisho e), si cercherà di mettere in luce la funzione delle stampe come veri e propri veicoli pubblicitari, capaci di influenzare gusti e tendenze. Lontane dall’essere semplici oggetti decorativi, queste xilografie si radicavano infatti nelle dinamiche economiche e sociali del tempo, dimostrando una notevole capacità di orientare il gusto del pubblico, trasmettere messaggi commerciali e contribuire alla costruzione degli immaginari collettivi del “mondo fluttuante”. In questa prospettiva, l’elaborato si propone di mostrare come lo ukiyoe possa essere interpretato non solo come espressione artistica, ma come un medium integrato e multifunzionale della cultura Edo, caratterizzato da logiche operative affini a quelle del branding e del marketing contemporaneo.

Ukiyoe e l’arte di vendere: strategie promozionali e logiche di mercato nella xilografia giapponese del periodo Edo.

BAROFFIO, FEDERICA
2024/2025

Abstract

L’elaborato si propone di analizzare il genere dello ukiyoe non solo nella sua dimensione estetica ormai consolidata, ma soprattutto come straordinario strumento di comunicazione di massa e di marketing ante litteram nel Giappone del periodo Edo (1603–1868). Partendo da una riflessione critica sulla visione spesso decontestualizzata con cui queste xilografie vengono interpretate, il lavoro intende restituirle al loro originario contesto produttivo e commerciale: un vivace e competitivo mercato editoriale, nel quale editori, artisti e commercianti collaboravano in modo sinergico per promuovere personaggi celebri, beni di consumo, nuove mode e luoghi di intrattenimento. Attraverso l’analisi di esempi significativi appartenenti ai principali sottogeneri, come le immagini di belle donne (bijinga), di attori kabuki (yakusha e), di lottatori di sumō (sumō e) e di paesaggi (meisho e), si cercherà di mettere in luce la funzione delle stampe come veri e propri veicoli pubblicitari, capaci di influenzare gusti e tendenze. Lontane dall’essere semplici oggetti decorativi, queste xilografie si radicavano infatti nelle dinamiche economiche e sociali del tempo, dimostrando una notevole capacità di orientare il gusto del pubblico, trasmettere messaggi commerciali e contribuire alla costruzione degli immaginari collettivi del “mondo fluttuante”. In questa prospettiva, l’elaborato si propone di mostrare come lo ukiyoe possa essere interpretato non solo come espressione artistica, ma come un medium integrato e multifunzionale della cultura Edo, caratterizzato da logiche operative affini a quelle del branding e del marketing contemporaneo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/26873