La presente tesi analizza l’evoluzione storica e il ruolo culturale dei wagashi, dolci tradizionali giapponesi, con particolare attenzione ai loro significati simbolici e rituali. L’indagine prende avvio dalle origini, quando con il termine kashi si indicavano frutti e frutta secca, per ricostruire come, attraverso l’introduzione dello zucchero, lo sviluppo delle tecniche artigianali e il contatto con le popolazioni nanban, essi si siano progressivamente trasformati in elementi centrali delle cerimonie della corte imperiale e del bakufu. Oltre agli usi istituzionali, sono stati presi in esame anche contesti meno noti: i wagashi impiegati in rituali apotropaici, come nel caso delle pratiche legate al vaiolo; quelli utilizzati con funzione divinatoria, come i tsujiura; e infine quelli divenuti oggetto di intrattenimento nel mondo delle case di piacere. Un’attenzione particolare è stata inoltre dedicata al culto religioso di Tajimamori no Mikoto, venerato come kaso-shin (divinità dei dolci), attraverso lo studio dei santuari a lui dedicati, quali il Nakajima Jinja di Toyooka e il Kitsumoto Jinja di Wakayama. La ricerca, condotta su fonti in giapponese, testi accademici e indagini sul campo presso musei, santuari e wagashiya, ha dovuto confrontarsi con la difficoltà di accesso alle fonti primarie e con la frammentarietà della letteratura. Ciononostante, essa mette in luce come i wagashi non debbano essere considerati unicamente dolci, ma strumenti simbolici e identitari, capaci di mediare tra la sfera umana e quella sacra e di riflettere valori religiosi e culturali del Giappone premoderno.
Wagashi, non solo dolci. Studio sui wagashi dal periodo Heian al periodo Edo.
MENCARELLI, DOROTEA
2024/2025
Abstract
La presente tesi analizza l’evoluzione storica e il ruolo culturale dei wagashi, dolci tradizionali giapponesi, con particolare attenzione ai loro significati simbolici e rituali. L’indagine prende avvio dalle origini, quando con il termine kashi si indicavano frutti e frutta secca, per ricostruire come, attraverso l’introduzione dello zucchero, lo sviluppo delle tecniche artigianali e il contatto con le popolazioni nanban, essi si siano progressivamente trasformati in elementi centrali delle cerimonie della corte imperiale e del bakufu. Oltre agli usi istituzionali, sono stati presi in esame anche contesti meno noti: i wagashi impiegati in rituali apotropaici, come nel caso delle pratiche legate al vaiolo; quelli utilizzati con funzione divinatoria, come i tsujiura; e infine quelli divenuti oggetto di intrattenimento nel mondo delle case di piacere. Un’attenzione particolare è stata inoltre dedicata al culto religioso di Tajimamori no Mikoto, venerato come kaso-shin (divinità dei dolci), attraverso lo studio dei santuari a lui dedicati, quali il Nakajima Jinja di Toyooka e il Kitsumoto Jinja di Wakayama. La ricerca, condotta su fonti in giapponese, testi accademici e indagini sul campo presso musei, santuari e wagashiya, ha dovuto confrontarsi con la difficoltà di accesso alle fonti primarie e con la frammentarietà della letteratura. Ciononostante, essa mette in luce come i wagashi non debbano essere considerati unicamente dolci, ma strumenti simbolici e identitari, capaci di mediare tra la sfera umana e quella sacra e di riflettere valori religiosi e culturali del Giappone premoderno.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26870