Dove abita la rivalsa. Etnografia di un progetto di housing mamma-bambino nell’isola della Giudecca

On the northern quayside of the island of Giudecca, in Venice, the Istituto Casa Famiglia San Pio X has for over a century been a refuge for mothers and children fleeing domestic violence or other social hardships. This anthropological research focuses on the "Progetto Abitare," a program that offers these women temporary apartments to build new housing autonomy, rebuild their lives, and regain strength. Through ethnographic research conducted between October 2024 and April 2025, which included participant observation and in-depth interviews, this work investigates the right to a home as a tool for creating possible futures. The analysis is based on the anthropology of dwelling, exploring how the opportunity to live in a safe, violence-free environment can prevent a return to traumatic contexts. The results show that temporary housing support is not merely a logistical solution but a crucial period for processing trauma and developing new skills. The collected testimonies highlight a process of building new habitus, where the women rediscover their own resilience and resolutely build a future unlinked from the cycles of violence of the past. This thesis aims to be a contribution to the intersection of anthropological research and social intervention, demonstrating the effectiveness of dwelling practices as powerful agents of personal transformation and as a means of countering gender-based violence.

Sulla fondamenta nord dell'isola della Giudecca, a Venezia, l’Istituto Casa Famiglia San Pio X accoglie da oltre un secolo madri e bambini in fuga da situazioni di violenza domestica o altre difficoltà sociali. Il presente lavoro di ricerca antropologica si concentra sul "Progetto Abitare", un programma che offre a queste donne appartamenti temporanei per sperimentare una nuova autonomia abitativa, ricostruire le proprie vite e riacquisire forza. Attraverso una ricerca etnografica condotta tra ottobre 2024 e aprile 2025, che ha incluso osservazioni partecipanti e interviste approfondite, il lavoro indaga il diritto alla casa come strumento di creazione di futuri possibili. L'analisi si basa sull'antropologia dell'abitare, esplorando come la possibilità di vivere in un ambiente sicuro e libero dalla violenza possa prevenire la ricaduta in contesti traumatici. I risultati mostrano che il supporto abitativo temporaneo non è una semplice soluzione logistica, ma un periodo cruciale per l’elaborazione del trauma e lo sviluppo di nuove competenze. Le testimonianze raccolte evidenziano un percorso di costruzione di nuovi habitus, dove le donne riscoprono la propria resilienza e costruiscono con caparbietà un futuro slegato dai cicli di violenza del passato. Questa tesi si propone come un contributo all'intersezione tra ricerca antropologica e intervento sociale, dimostrando l'efficacia delle pratiche abitative come potenti agenti di trasformazione personale e di contrasto della violenza di genere.