La tesi indaga come il cibo possa assumere un ruolo critico, politico ed ecologico nell’epoca dell’Antropocene, divenendo strumento di resistenza verso le logiche estrattive, nonché esempio alternativo di convivenza. Venezia, città fragile ma resiliente, è stata scelta come osservatorio privilegiato: un laboratorio sospeso tra staticità e continua trasformazione, ma anche terreno fertile per sperimentazioni conviviali e pratiche radicali. Il percorso teorico intreccia arte, semiotica, ecologia, politica ed estetica della convivialità, per leggere la cucina come dispositivo utile a mettere in relazione diversi ecosistemi. Sul piano metodologico, la ricerca vorrebbe assumere la forma di un progetto curatoriale espanso, basato su testi, interviste, osservazioni personali e materiali visivi, configurandosi come mostra in divenire. Tre casi studio, i collettivi Tocia!, The Tidal Garden e Barena Bianca, hanno permesso di osservare pratiche culinarie che trasformano fragilità e saperi marginali in risorse, contribuendo a reinterpretare il rapporto tra città e laguna e a delineare Venezia come un possibile “museo metabolico”. I risultati mostrano come la cucina possa farsi gesto quotidiano e anticipazione di nuovi modelli di coesistenza tra umano e non umano. La prospettiva della cura, infine, orienta la riflessione verso un’ecologia relazionale e rigenerativa, fondata su interdipendenze vitali e pratiche di responsabilità reciproca, aprendo anch’essa nuovi scenari di co-esistenza.
Cucinare nell’Antropocene: pratiche radicali di convivialità e nuovi scenari di co-esistenza
FREGONI, CHIARA
2024/2025
Abstract
La tesi indaga come il cibo possa assumere un ruolo critico, politico ed ecologico nell’epoca dell’Antropocene, divenendo strumento di resistenza verso le logiche estrattive, nonché esempio alternativo di convivenza. Venezia, città fragile ma resiliente, è stata scelta come osservatorio privilegiato: un laboratorio sospeso tra staticità e continua trasformazione, ma anche terreno fertile per sperimentazioni conviviali e pratiche radicali. Il percorso teorico intreccia arte, semiotica, ecologia, politica ed estetica della convivialità, per leggere la cucina come dispositivo utile a mettere in relazione diversi ecosistemi. Sul piano metodologico, la ricerca vorrebbe assumere la forma di un progetto curatoriale espanso, basato su testi, interviste, osservazioni personali e materiali visivi, configurandosi come mostra in divenire. Tre casi studio, i collettivi Tocia!, The Tidal Garden e Barena Bianca, hanno permesso di osservare pratiche culinarie che trasformano fragilità e saperi marginali in risorse, contribuendo a reinterpretare il rapporto tra città e laguna e a delineare Venezia come un possibile “museo metabolico”. I risultati mostrano come la cucina possa farsi gesto quotidiano e anticipazione di nuovi modelli di coesistenza tra umano e non umano. La prospettiva della cura, infine, orienta la riflessione verso un’ecologia relazionale e rigenerativa, fondata su interdipendenze vitali e pratiche di responsabilità reciproca, aprendo anch’essa nuovi scenari di co-esistenza.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
LM_EGART_FREGONI_tesi.pdf
accesso aperto
Dimensione
3.74 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.74 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14247/26665