The loss of biodiversity represents one of the most urgent environmental crises of our time, with profound implications for global economic stability and human well-being. In this context, "nature-tech" startups are emerging as key players, proposing innovative solutions for the conservation and restoration of ecosystems. However, these enterprises face significant challenges, including a notable funding gap compared to the more established "climate-tech" sector. This thesis conducts a critical and comparative analysis of eight emblematic startups (ZeroCO2, Etifor, 3Bee, apic.ai, Atlas Metrics, Seawater Cubes, Vision Impulse, and Orange Fiber) to examine their business models, technological approaches, and potential contribution to the fight against biodiversity loss. The analysis reveals a diverse ecosystem of solutions ranging from direct ecological restoration and sustainable forest management (ZeroCO2, Etifor) to advanced monitoring through Artificial Intelligence and sensor technology for the protection of pollinators and habitats (3Bee, apic.ai, Vision Impulse). Circular economy models that reduce pressure on natural resources (Orange Fiber, Seawater Cubes) and technological platforms that enable corporate transparency and regulatory compliance (Atlas Metrics) are also examined. The research highlights the crucial role of technology as a tool to improve the measurability, scalability, and credibility of interventions. It emphasizes the importance of scientifically rigorous impact metrics to counter the risk of "biodiversity-washing," in a market increasingly driven by regulations such as the European CSRD. In conclusion, the thesis argues that the long-term success of these enterprises and their ability to generate systemic impact will depend not only on technological innovation but also on the construction of a robust support ecosystem where finance, public policy, and strategic collaboration intersect to accelerate the transition towards a "nature-positive" economy.

La perdita di biodiversità rappresenta una delle crisi ambientali più urgenti del nostro tempo, con profonde implicazioni per la stabilità economica globale e il benessere umano. In questo contesto, le startup "nature-tech" stanno emergendo come attori chiave, proponendo soluzioni innovative per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi. Tuttavia, queste imprese affrontano sfide significative, tra cui un notevole divario di finanziamento rispetto al più consolidato settore "climate-tech". Questa tesi conduce un'analisi critica e comparativa di otto startup emblematiche (ZeroCO2, Etifor, 3Bee, apic.ai, Atlas Metrics, Seawater Cubes, Vision Impulse e Orange Fiber) per esaminarne i modelli di business, gli approcci tecnologici e il contributo potenziale alla lotta contro la perdita di biodiversità. Dall'analisi emerge un ecosistema di soluzioni diversificato che spazia dal ripristino ecologico diretto e la gestione sostenibile delle foreste (ZeroCO2, Etifor) al monitoraggio avanzato tramite Intelligenza Artificiale e sensoristica per la protezione degli impollinatori e degli habitat (3Bee, apic.ai, Vision Impulse). Vengono inoltre esaminati modelli di economia circolare che riducono la pressione sulle risorse naturali (Orange Fiber, Seawater Cubes) e piattaforme tecnologiche che abilitano la trasparenza e la conformità normativa aziendale (Atlas Metrics). La ricerca evidenzia il ruolo cruciale della tecnologia come strumento per migliorare la misurabilità, la scalabilità e la credibilità degli interventi. Si sottolinea l'importanza di metriche d'impatto scientificamente rigorose per contrastare il rischio di "biodiversity-washing", in un mercato sempre più guidato da normative come la CSRD europea. In conclusione, la tesi sostiene che il successo a lungo termine di queste imprese e la loro capacità di generare un impatto sistemico dipenderanno non solo dall'innovazione tecnologica, ma anche dalla costruzione di un robusto ecosistema di supporto in cui finanza, politiche pubbliche e collaborazione strategica si intersecano per accelerare la transizione verso un'economia "nature-positive".

Biodiversity and startup: the theorical framework, pratical applications and strategic opportunities.

DURIGON, RICCARDO
2024/2025

Abstract

The loss of biodiversity represents one of the most urgent environmental crises of our time, with profound implications for global economic stability and human well-being. In this context, "nature-tech" startups are emerging as key players, proposing innovative solutions for the conservation and restoration of ecosystems. However, these enterprises face significant challenges, including a notable funding gap compared to the more established "climate-tech" sector. This thesis conducts a critical and comparative analysis of eight emblematic startups (ZeroCO2, Etifor, 3Bee, apic.ai, Atlas Metrics, Seawater Cubes, Vision Impulse, and Orange Fiber) to examine their business models, technological approaches, and potential contribution to the fight against biodiversity loss. The analysis reveals a diverse ecosystem of solutions ranging from direct ecological restoration and sustainable forest management (ZeroCO2, Etifor) to advanced monitoring through Artificial Intelligence and sensor technology for the protection of pollinators and habitats (3Bee, apic.ai, Vision Impulse). Circular economy models that reduce pressure on natural resources (Orange Fiber, Seawater Cubes) and technological platforms that enable corporate transparency and regulatory compliance (Atlas Metrics) are also examined. The research highlights the crucial role of technology as a tool to improve the measurability, scalability, and credibility of interventions. It emphasizes the importance of scientifically rigorous impact metrics to counter the risk of "biodiversity-washing," in a market increasingly driven by regulations such as the European CSRD. In conclusion, the thesis argues that the long-term success of these enterprises and their ability to generate systemic impact will depend not only on technological innovation but also on the construction of a robust support ecosystem where finance, public policy, and strategic collaboration intersect to accelerate the transition towards a "nature-positive" economy.
2024
La perdita di biodiversità rappresenta una delle crisi ambientali più urgenti del nostro tempo, con profonde implicazioni per la stabilità economica globale e il benessere umano. In questo contesto, le startup "nature-tech" stanno emergendo come attori chiave, proponendo soluzioni innovative per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi. Tuttavia, queste imprese affrontano sfide significative, tra cui un notevole divario di finanziamento rispetto al più consolidato settore "climate-tech". Questa tesi conduce un'analisi critica e comparativa di otto startup emblematiche (ZeroCO2, Etifor, 3Bee, apic.ai, Atlas Metrics, Seawater Cubes, Vision Impulse e Orange Fiber) per esaminarne i modelli di business, gli approcci tecnologici e il contributo potenziale alla lotta contro la perdita di biodiversità. Dall'analisi emerge un ecosistema di soluzioni diversificato che spazia dal ripristino ecologico diretto e la gestione sostenibile delle foreste (ZeroCO2, Etifor) al monitoraggio avanzato tramite Intelligenza Artificiale e sensoristica per la protezione degli impollinatori e degli habitat (3Bee, apic.ai, Vision Impulse). Vengono inoltre esaminati modelli di economia circolare che riducono la pressione sulle risorse naturali (Orange Fiber, Seawater Cubes) e piattaforme tecnologiche che abilitano la trasparenza e la conformità normativa aziendale (Atlas Metrics). La ricerca evidenzia il ruolo cruciale della tecnologia come strumento per migliorare la misurabilità, la scalabilità e la credibilità degli interventi. Si sottolinea l'importanza di metriche d'impatto scientificamente rigorose per contrastare il rischio di "biodiversity-washing", in un mercato sempre più guidato da normative come la CSRD europea. In conclusione, la tesi sostiene che il successo a lungo termine di queste imprese e la loro capacità di generare un impatto sistemico dipenderanno non solo dall'innovazione tecnologica, ma anche dalla costruzione di un robusto ecosistema di supporto in cui finanza, politiche pubbliche e collaborazione strategica si intersecano per accelerare la transizione verso un'economia "nature-positive".
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