La tesi affronta il rapporto tra risorse naturali e giustizia in Tunisia, mostrando come le logiche estrattive, radicate in eredità coloniali e dinamiche globali, abbiano perpetuato esclusione sociale, degrado ambientale e nuove forme di dipendenza. Dopo aver delineato i riferimenti teorici alla giustizia ambientale, climatica e sociale, la ricerca analizza le radici storiche delle disuguaglianze territoriali e la marginalizzazione delle regioni interne, dove l’abbondanza di fosfati, idrocarburi e altre risorse si è tradotta in costi ecologici e sanitari per le comunità locali. In questo quadro, il caso di Gabès rappresenta un esempio emblematico: la città, trasformata in polo industriale, è oggi segnata da gravi forme di inquinamento e da mobilitazioni popolari che intrecciano rivendicazioni ambientali e sociali. La seconda parte della ricerca esamina la transizione energetica tunisina attraverso una prospettiva decoloniale, mettendo in luce le contraddizioni tra retorica della sostenibilità e nuove forme di espropriazione. L’analisi dei progetti rinnovabili – dal parco eolico di Borj Essalhi al megaprogetto solare TuNur – mostra come il “green grabbing” e il “colonialismo verde” riproducano logiche estrattive e rapporti diseguali Nord-Sud. La tesi si propone così di contribuire al dibattito critico sulla transizione energetica, evidenziandone rischi e potenzialità alla luce delle istanze di giustizia ambientale, climatica e sociale.
Tunisia, risorse naturali e ingiustizie socio-ambientali: il modello estrattivista nelle regioni ai margini
RIGHETTO, SONIA
2024/2025
Abstract
La tesi affronta il rapporto tra risorse naturali e giustizia in Tunisia, mostrando come le logiche estrattive, radicate in eredità coloniali e dinamiche globali, abbiano perpetuato esclusione sociale, degrado ambientale e nuove forme di dipendenza. Dopo aver delineato i riferimenti teorici alla giustizia ambientale, climatica e sociale, la ricerca analizza le radici storiche delle disuguaglianze territoriali e la marginalizzazione delle regioni interne, dove l’abbondanza di fosfati, idrocarburi e altre risorse si è tradotta in costi ecologici e sanitari per le comunità locali. In questo quadro, il caso di Gabès rappresenta un esempio emblematico: la città, trasformata in polo industriale, è oggi segnata da gravi forme di inquinamento e da mobilitazioni popolari che intrecciano rivendicazioni ambientali e sociali. La seconda parte della ricerca esamina la transizione energetica tunisina attraverso una prospettiva decoloniale, mettendo in luce le contraddizioni tra retorica della sostenibilità e nuove forme di espropriazione. L’analisi dei progetti rinnovabili – dal parco eolico di Borj Essalhi al megaprogetto solare TuNur – mostra come il “green grabbing” e il “colonialismo verde” riproducano logiche estrattive e rapporti diseguali Nord-Sud. La tesi si propone così di contribuire al dibattito critico sulla transizione energetica, evidenziandone rischi e potenzialità alla luce delle istanze di giustizia ambientale, climatica e sociale.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Righetto_Sonia_903862_elaborato_finale.pdf.pdf
non disponibili
Dimensione
3.08 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.08 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14247/26549