Benedetto Varchi fu una figura di fondamentale importanza nel panorama linguistico e letterario del Cinquecento italiano. Intellettuale dalla formazione enciclopedica, riuscì a ottenere un ruolo di primordine nella Firenze di Cosimo I trapiantandovi, non senza difficoltà e resistenze, il bagaglio culturale (filosofico e linguistico) maturato durante il soggiorno veneto. Questo lavoro mira a ricostruire il percorso di Varchi all’interno della questione della lingua approfondendo la sua originale rielaborazione, postuma, della dottrina di Pietro Bembo. Varchi fu infatti il principale promotore del bembismo a Firenze, città in cui molte posizioni linguistiche del veneziano risultavano indigeste. Il primo capitolo ripercorre la biografia intellettuale di Varchi, analizzandone in particolare la produzione poetica nei suoi debiti bembeschi. Dal secondo capitolo si esamina il tentativo di mediazione tra bembismo e fiorentinismo che si esplica attraverso operazioni strettamente legate alla politica culturale del ducato: l’orazione in morte del Cardinale, pronunciata da Varchi all’Accademia Fiorentina nel 1547, e l’edizione postuma delle "Prose" curata da Varchi e stampata a Firenze nel 1549. Nella conclusione della tesi si allunga lo sguardo in avanti prendendo in considerazione alcuni passi dell’Hercolano, il coronamento dell’impegno linguistico varchiano, mettendo in luce l’importanza strategica delle operazioni testuali precedentemente vagliate. Quello di Varchi fu un lungo, complicato e talvolta contraddittorio percorso, che riuscì a riportare Firenze al centro della riflessione attorno alla lingua, accreditandovi Bembo e gettando così le prime basi per quella che sarà l’impresa del Vocabolario della Crusca.
Benedetto Varchi, tra versi e "Prose". L’influenza bembiana e la sua rielaborazione.
CADORIN, MARTINO
2024/2025
Abstract
Benedetto Varchi fu una figura di fondamentale importanza nel panorama linguistico e letterario del Cinquecento italiano. Intellettuale dalla formazione enciclopedica, riuscì a ottenere un ruolo di primordine nella Firenze di Cosimo I trapiantandovi, non senza difficoltà e resistenze, il bagaglio culturale (filosofico e linguistico) maturato durante il soggiorno veneto. Questo lavoro mira a ricostruire il percorso di Varchi all’interno della questione della lingua approfondendo la sua originale rielaborazione, postuma, della dottrina di Pietro Bembo. Varchi fu infatti il principale promotore del bembismo a Firenze, città in cui molte posizioni linguistiche del veneziano risultavano indigeste. Il primo capitolo ripercorre la biografia intellettuale di Varchi, analizzandone in particolare la produzione poetica nei suoi debiti bembeschi. Dal secondo capitolo si esamina il tentativo di mediazione tra bembismo e fiorentinismo che si esplica attraverso operazioni strettamente legate alla politica culturale del ducato: l’orazione in morte del Cardinale, pronunciata da Varchi all’Accademia Fiorentina nel 1547, e l’edizione postuma delle "Prose" curata da Varchi e stampata a Firenze nel 1549. Nella conclusione della tesi si allunga lo sguardo in avanti prendendo in considerazione alcuni passi dell’Hercolano, il coronamento dell’impegno linguistico varchiano, mettendo in luce l’importanza strategica delle operazioni testuali precedentemente vagliate. Quello di Varchi fu un lungo, complicato e talvolta contraddittorio percorso, che riuscì a riportare Firenze al centro della riflessione attorno alla lingua, accreditandovi Bembo e gettando così le prime basi per quella che sarà l’impresa del Vocabolario della Crusca.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26545