La tesi analizza il fenomeno della tratta di esseri umani con focus sulle donne migranti vittime di sfruttamento sessuale che sono a loro volta autrici di reati legati alla prostituzione. Viene approfondito il principio di non punibilità, sancito a livello internazionale ed europeo ma non pienamente recepito nell’ordinamento italiano, e le difficoltà legate al suo riconoscimento nei procedimenti giudiziari. L’indagine evidenzia come la rigida dicotomia vittima/criminale non colga la complessità dei percorsi migratori e delle condizioni di vulnerabilità che spingono molte donne a compiere azioni solo apparentemente libere. La ricerca, di tipo qualitativo, si concentra sul territorio veneziano, attraverso interviste a operatori dei servizi sociali, assistenti sociali e avvocate, nonché grazie all’osservazione partecipata maturata all’interno del progetto Casa Santa Croce. Tale progetto, rivolto a donne in misura alternativa alla detenzione presso la Casa di Reclusione della Giudecca, rappresenta un caso emblematico di supporto e reinserimento. Le storie di tre beneficiarie mostrano le difficoltà di emersione, i rischi legati alla perdita del permesso di soggiorno e i percorsi di fuoriuscita dallo sfruttamento. L’elaborato mette in luce le carenze del sistema italiano rispetto agli standard europei e valorizza le esperienze locali come laboratori di buone pratiche, orientate a tutelare i diritti, superare la seconda vittimizzazione e promuovere percorsi di inclusione sociale realmente sostenibili.
Donne migranti tra tratta e detenzione in Italia. L’esperienza della Casa di Reclusione della Giudecca e il progetto di supporto 'Casa Santa Croce'
SCOCCIMARRO, MARTA
2024/2025
Abstract
La tesi analizza il fenomeno della tratta di esseri umani con focus sulle donne migranti vittime di sfruttamento sessuale che sono a loro volta autrici di reati legati alla prostituzione. Viene approfondito il principio di non punibilità, sancito a livello internazionale ed europeo ma non pienamente recepito nell’ordinamento italiano, e le difficoltà legate al suo riconoscimento nei procedimenti giudiziari. L’indagine evidenzia come la rigida dicotomia vittima/criminale non colga la complessità dei percorsi migratori e delle condizioni di vulnerabilità che spingono molte donne a compiere azioni solo apparentemente libere. La ricerca, di tipo qualitativo, si concentra sul territorio veneziano, attraverso interviste a operatori dei servizi sociali, assistenti sociali e avvocate, nonché grazie all’osservazione partecipata maturata all’interno del progetto Casa Santa Croce. Tale progetto, rivolto a donne in misura alternativa alla detenzione presso la Casa di Reclusione della Giudecca, rappresenta un caso emblematico di supporto e reinserimento. Le storie di tre beneficiarie mostrano le difficoltà di emersione, i rischi legati alla perdita del permesso di soggiorno e i percorsi di fuoriuscita dallo sfruttamento. L’elaborato mette in luce le carenze del sistema italiano rispetto agli standard europei e valorizza le esperienze locali come laboratori di buone pratiche, orientate a tutelare i diritti, superare la seconda vittimizzazione e promuovere percorsi di inclusione sociale realmente sostenibili.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26518