La diplomazia assertiva della Cina e le relazioni con gli Stati Uniti: Il caso dei "Wolf Warriors"

La presente tesi esamina la diplomazia Wolf Warrior (战狼外交, zhànláng wàijiāo) come espressione di certe caratteristiche della politica estera cinese utilizzata nel periodo 2020-2022 sotto la presidenza di Xi Jinping (习近平), con particolare attenzione al suo impatto nelle relazioni con gli Stati Uniti. L’analisi si sviluppa attraverso la lente costruttivista, con l’obiettivo di sottolineare la narrazione assertiva promossa da Pechino. A questo quadro teorico si affianca la Teoria relazionale della politica mondiale elaborata da Qin Yaqing (秦亚⻘), necessaria per comprendere la visione cinese dell’ordine internazionale. Partendo da un’analisi dei concetti di potere e di diplomazia pubblica, l’elaborato ripercorre l’evoluzione della postura internazionale assunta da Pechino. Dall’isolazionismo che caratterizzò l’era di Mao Zedong (毛泽东), al pragmatismo di Deng Xiaoping (邓小平), fino all’ambizione del ‘Sogno Cinese’(中国梦, zhōngguó mèng) di Xi Jinping, questa ricostruzione consente di evidenziare il percorso che ha condotto la Cina ad abbandonare la cautela diplomatica in favore di uno stile più assertivo. Il fulcro della ricerca è la cosiddetta diplomazia Wolf Warrior, con particolare attenzione alle sue caratteristiche e al ricorso alla diplomazia digitale. Viene messo in evidenza come questo stile, accentuatosi durante la pandemia di Covid-19, abbia contribuito al deterioramento delle relazioni sino-americane, alimentando la sfiducia reciproca. In conclusione, la tesi sostiene che, sebbene funzionale alla legittimazione interna, la diplomazia Wolf Warrior abbia contribuito all’erosione del soft power cinese, alimentando l’ostilità da parte della comunità internazionale. Tuttavia, negli ultimi anni si è osservato un approccio più misurato che non suggerisce l'abbandono di un approccio assertivo alla politica estera cinese, ma un adattamento volto a ridefinire gli equilibri di potere in favore di Pechino.