Questa tesi si propone di studiare la disciplina marittima nella Venezia del XVII secolo cercando di mettere in luce le connessioni tra diversi fattori al fine di formulare alcune ipotesi capaci di spiegare le contraddizioni dell’organizzazione bellica veneziana. Partendo dal concetto storiografico di “rivoluzione militare” si analizzerà quali trasformazioni abbiano interessato gli eserciti europei e la cultura militare tra il XVI e il XVII secolo, osservando la presenza di due forze opposte: la volontà del governo centrale di assumere su di sé l’intero sistema bellico e la necessità di coinvolgere le classi dominanti. Considerata l’importanza della marina per Venezia, i propositi di accentramento del governo e la centralità della disciplina nell’evoluzione degli stati dell’epoca, difficilmente si spiega la delega del potere giurisdizionale ai singoli capitani e la lenta evoluzione dei regolamenti militari navali rispetto a quelli terrestri. Tuttavia, alcune possibili risposte sorgeranno spontanee valutando il ruolo della contrattazione con le classi dominanti e il complicato rapporto del patriziato con gli impegni militari; un’altra ipotesi, invece, nascerà dagli interrogatori relativi al processo contro Antonio Zen, i quali riveleranno che la disciplina, pur venendo ufficiosamente lasciata nelle mani del capitano, era in realtà diventata una prerogativa del governo, il quale era pronto a far valere il proprio ruolo ricollocando i capitani all’interno della catena di comando. In definitiva, questo studio si propone di analizzare il sistema disciplinare navale come uno specchio delle contraddizioni interne alla macchina bellica veneziana, sospesa tra logiche opposte di accentramento e contrattazione politica.
La disciplina navale. Dalla "rivoluzione militare" al processo contro il Capitano Generale da Mar Antonio Zen
VANZAN, LEONARDO
2024/2025
Abstract
Questa tesi si propone di studiare la disciplina marittima nella Venezia del XVII secolo cercando di mettere in luce le connessioni tra diversi fattori al fine di formulare alcune ipotesi capaci di spiegare le contraddizioni dell’organizzazione bellica veneziana. Partendo dal concetto storiografico di “rivoluzione militare” si analizzerà quali trasformazioni abbiano interessato gli eserciti europei e la cultura militare tra il XVI e il XVII secolo, osservando la presenza di due forze opposte: la volontà del governo centrale di assumere su di sé l’intero sistema bellico e la necessità di coinvolgere le classi dominanti. Considerata l’importanza della marina per Venezia, i propositi di accentramento del governo e la centralità della disciplina nell’evoluzione degli stati dell’epoca, difficilmente si spiega la delega del potere giurisdizionale ai singoli capitani e la lenta evoluzione dei regolamenti militari navali rispetto a quelli terrestri. Tuttavia, alcune possibili risposte sorgeranno spontanee valutando il ruolo della contrattazione con le classi dominanti e il complicato rapporto del patriziato con gli impegni militari; un’altra ipotesi, invece, nascerà dagli interrogatori relativi al processo contro Antonio Zen, i quali riveleranno che la disciplina, pur venendo ufficiosamente lasciata nelle mani del capitano, era in realtà diventata una prerogativa del governo, il quale era pronto a far valere il proprio ruolo ricollocando i capitani all’interno della catena di comando. In definitiva, questo studio si propone di analizzare il sistema disciplinare navale come uno specchio delle contraddizioni interne alla macchina bellica veneziana, sospesa tra logiche opposte di accentramento e contrattazione politica.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26318