In un'ambiente economico caratterizzato da alta inflazione, l'abbigliamento (non essendo un bene primario e quindi maggiormente sensibile all'aumento dei prezzi) risulta il settore che ha subito la perdita maggiore per quanto riguarda l'incidenza all'interno del paniere di consumo dal 2003 ad oggi. È in questo tipo di scenario che ha trovato le sue fortune il Fast fashion, una forma di democratizzazione della moda con l’obiettivo di permettere a chiunque di acquistare capi molto simili a quelli dell’alta moda, grazie a prezzi altamente accessibili. Tuttavia, negli ultimi anni l’industria è finita nell’occhio del ciclone per i problemi legati all'ambiente, dato che la produzione in larga scala comporta anche la generazione di molti rifiuti. All'anno si stima vengano generati 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili con un'incidenza di circa il 10% sulle emissioni globali di CO2. Per questi motivi sono diverse le soluzioni che molte aziende del settore stanno cercando di introdurre nel proprio modello di business, anche caldamente invitate dalle istituzioni con obiettivi ecologici da raggiungere. Per ovviare al vantaggio competitivo di partenza che il fast fashion possiede rispetto alle aziende tradizionali (grazie all'altissima flessibilità del modello e la maggior capacità di matching con le esigenze del cliente), si potrebbe promuovere un modello di allocazione dei costi che tenga in considerazione l'impatto ambientale in aggiunta ai costi diretti di produzione, in modo da valutare coerentemente quale sia il costo reale anche dal punto di vista ambientale del singolo prodotto.

Dall'inflazione alla sostenibilità: l'evoluzione necessaria nell'industria della moda

MAGAGNATO, GIACOMO
2024/2025

Abstract

In un'ambiente economico caratterizzato da alta inflazione, l'abbigliamento (non essendo un bene primario e quindi maggiormente sensibile all'aumento dei prezzi) risulta il settore che ha subito la perdita maggiore per quanto riguarda l'incidenza all'interno del paniere di consumo dal 2003 ad oggi. È in questo tipo di scenario che ha trovato le sue fortune il Fast fashion, una forma di democratizzazione della moda con l’obiettivo di permettere a chiunque di acquistare capi molto simili a quelli dell’alta moda, grazie a prezzi altamente accessibili. Tuttavia, negli ultimi anni l’industria è finita nell’occhio del ciclone per i problemi legati all'ambiente, dato che la produzione in larga scala comporta anche la generazione di molti rifiuti. All'anno si stima vengano generati 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili con un'incidenza di circa il 10% sulle emissioni globali di CO2. Per questi motivi sono diverse le soluzioni che molte aziende del settore stanno cercando di introdurre nel proprio modello di business, anche caldamente invitate dalle istituzioni con obiettivi ecologici da raggiungere. Per ovviare al vantaggio competitivo di partenza che il fast fashion possiede rispetto alle aziende tradizionali (grazie all'altissima flessibilità del modello e la maggior capacità di matching con le esigenze del cliente), si potrebbe promuovere un modello di allocazione dei costi che tenga in considerazione l'impatto ambientale in aggiunta ai costi diretti di produzione, in modo da valutare coerentemente quale sia il costo reale anche dal punto di vista ambientale del singolo prodotto.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/26022