La presente tesi analizza il romanzo epistolare "Ultime lettere di Jacopo Ortis" di Ugo Foscolo per evidenziarne la molteplicità di voci e riferimenti letterari presenti nelle sue edizioni, concentrandosi maggiormente sull'edizione bolognese 1798 e sull'edizione zurighese 1816, fornita di "Notizia bibliografica". L'intimità della forma epistolare si scontra con la presenza di "più menti" e "più voci" di autori classici e contemporanei che collaborano a rendere il romanzo un'opera dall'intensa intertestualità. La dinamicità dei richiami letterari e culturali si lega alla capacità di Foscolo di rielaborare le sue fonti, adattandole al contesto storico e politico circostante, padrone del romanzo soprattutto a partire dall'edizione milanese 1802. Il protagonista Jacopo incarna l'intellettuale disilluso di fronte alla situazione politica a cavallo tra XVIII e XIX sec. ed espone i suoi sentimenti e le sue passioni intrecciando un dialogo continuo con altri autori e scrittori come Plutarco, Petrarca, Parini, Alfieri, Werther, Rousseau e Foscolo stesso. Il romanzo dimostra un dinamico rapporto con il passato, mostrando l'impossibilità di agire nel tempo corrotto del presente, soprattutto dopo il Trattato di Campoformio (1797), spostando così ogni speranza di libertà in prospettiva futura attraverso il mezzo d'azione della parola e della scrittura.

L'Ortis: un romanzo a più menti. Intertestualità dinamica nel romanzo epistolare di Ugo Foscolo

MICHELETTO, RACHELE
2024/2025

Abstract

La presente tesi analizza il romanzo epistolare "Ultime lettere di Jacopo Ortis" di Ugo Foscolo per evidenziarne la molteplicità di voci e riferimenti letterari presenti nelle sue edizioni, concentrandosi maggiormente sull'edizione bolognese 1798 e sull'edizione zurighese 1816, fornita di "Notizia bibliografica". L'intimità della forma epistolare si scontra con la presenza di "più menti" e "più voci" di autori classici e contemporanei che collaborano a rendere il romanzo un'opera dall'intensa intertestualità. La dinamicità dei richiami letterari e culturali si lega alla capacità di Foscolo di rielaborare le sue fonti, adattandole al contesto storico e politico circostante, padrone del romanzo soprattutto a partire dall'edizione milanese 1802. Il protagonista Jacopo incarna l'intellettuale disilluso di fronte alla situazione politica a cavallo tra XVIII e XIX sec. ed espone i suoi sentimenti e le sue passioni intrecciando un dialogo continuo con altri autori e scrittori come Plutarco, Petrarca, Parini, Alfieri, Werther, Rousseau e Foscolo stesso. Il romanzo dimostra un dinamico rapporto con il passato, mostrando l'impossibilità di agire nel tempo corrotto del presente, soprattutto dopo il Trattato di Campoformio (1797), spostando così ogni speranza di libertà in prospettiva futura attraverso il mezzo d'azione della parola e della scrittura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/25943