La tesi, con un taglio diacronico, analizza l’evoluzione del dialogo tra ritratto e parola, tema che si inserisce nel più ampio contesto del rapporto tra poesia e pittura. Il punto di partenza si ha con Francesco Petrarca, che, commissionando a Simone Martini l’effigie di Laura, inaugura due categorie ritrattistiche: il ritratto letterario, in cui la scrittura si sviluppa a partire dall’immagine, e il ritratto ideale, che esprime i valori della persona immortalata. Questi modelli si diffondono rapidamente negli ambienti umanistici, favorendo, nel tempo, l’integrazione di iscrizioni all’interno dei dipinti per arricchirne il significato. Dopo un periodo di rarefazione tra XVII e XVIII secolo, nell’età contemporanea la parola torna gradualmente a ricevere attenzione e, soprattutto con le Avanguardie novecentesche, diviene parte integrante dell’opera pittorica, contribuendo alla ridefinizione del ritratto stesso. Con l’arte concettuale e la poesia visiva, il linguaggio assume un ruolo sempre più centrale. Ritratto e scrittura, strumenti privilegiati di conservazione e costruzione della memoria, si trasformano dunque da dispositivi complementari a elementi sperimentali, ridisegnando le possibilità espressive della rappresentazione.
Ritratto e parola. Un doppio dialogo tra immagine e linguaggio attraverso i secoli
MASTRANGELO, GIULIA
2024/2025
Abstract
La tesi, con un taglio diacronico, analizza l’evoluzione del dialogo tra ritratto e parola, tema che si inserisce nel più ampio contesto del rapporto tra poesia e pittura. Il punto di partenza si ha con Francesco Petrarca, che, commissionando a Simone Martini l’effigie di Laura, inaugura due categorie ritrattistiche: il ritratto letterario, in cui la scrittura si sviluppa a partire dall’immagine, e il ritratto ideale, che esprime i valori della persona immortalata. Questi modelli si diffondono rapidamente negli ambienti umanistici, favorendo, nel tempo, l’integrazione di iscrizioni all’interno dei dipinti per arricchirne il significato. Dopo un periodo di rarefazione tra XVII e XVIII secolo, nell’età contemporanea la parola torna gradualmente a ricevere attenzione e, soprattutto con le Avanguardie novecentesche, diviene parte integrante dell’opera pittorica, contribuendo alla ridefinizione del ritratto stesso. Con l’arte concettuale e la poesia visiva, il linguaggio assume un ruolo sempre più centrale. Ritratto e scrittura, strumenti privilegiati di conservazione e costruzione della memoria, si trasformano dunque da dispositivi complementari a elementi sperimentali, ridisegnando le possibilità espressive della rappresentazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/25723