Attraverso la lettura delle opere tradotte in italiano di Dubravka Ugrešić, la mia attenzione si è focalizzata su tematiche che la scrittrice affronta e vive in prima persona, ossia il forte senso di sradicamento fisico e morale, della condizione di esilio, dell’invisibilità che la avvolge “non c’è nessuno che possa vedere me”, che ha vissuto a causa della guerra e dei conflitti politici nella ex Jugoslavia. Tale tematica si intreccia con il ruolo degli scrittori che vengono approfonditi attraverso una serie di riflessioni e narrazioni. il tema dell'esilio è esplorato attraverso la lente della perdita e del cambiamento dell'identità, mentre il ruolo degli scrittori è visto come cruciale per la riflessione critica, l'innovazione narrativa e la riformulazione dell'identità culturale. Nell’ambito del ruolo degli scrittori, l’autrice offre una riflessione profonda sulle questioni di identità di genere, il ruolo delle donne e delle scrittrici, della loro posizione marginale nel campo letterario e culturale dominato dagli uomini, offrendo le varie sfaccettature attraverso i personaggi femminili che abitano le sue opere partendo dal rapporto con la madre Veta, emigrata dalla Bulgaria nel secondo dopoguerra per ricongiungersi a un uomo che non avrebbe ritrovato: era stata lei la prima esiliata della famiglia, a cui dedica il romanzo “Il museo della resa incondizionata”. La tesi si svilupperà dal quadro generale delle opere dell’autrice per poi affrontare in maniera più dettagliata il tema dell’esilio e della condizione e ruolo dello scrittore in generale e in parallelo col ruolo della scrittrice e del suo impegno sociale/politico. Lei che si definisce “non sono né emigrante, né una profuga, né una rifugiata politica. Io sono una scrittrice…” (Ugrešić 2001: 182).
"Scrivere dall'esilio: il ruolo dello scrittore e l'identità frantumata nelle opere di Dubravka Ugrešić"
ABBATE, LAURA
2024/2025
Abstract
Attraverso la lettura delle opere tradotte in italiano di Dubravka Ugrešić, la mia attenzione si è focalizzata su tematiche che la scrittrice affronta e vive in prima persona, ossia il forte senso di sradicamento fisico e morale, della condizione di esilio, dell’invisibilità che la avvolge “non c’è nessuno che possa vedere me”, che ha vissuto a causa della guerra e dei conflitti politici nella ex Jugoslavia. Tale tematica si intreccia con il ruolo degli scrittori che vengono approfonditi attraverso una serie di riflessioni e narrazioni. il tema dell'esilio è esplorato attraverso la lente della perdita e del cambiamento dell'identità, mentre il ruolo degli scrittori è visto come cruciale per la riflessione critica, l'innovazione narrativa e la riformulazione dell'identità culturale. Nell’ambito del ruolo degli scrittori, l’autrice offre una riflessione profonda sulle questioni di identità di genere, il ruolo delle donne e delle scrittrici, della loro posizione marginale nel campo letterario e culturale dominato dagli uomini, offrendo le varie sfaccettature attraverso i personaggi femminili che abitano le sue opere partendo dal rapporto con la madre Veta, emigrata dalla Bulgaria nel secondo dopoguerra per ricongiungersi a un uomo che non avrebbe ritrovato: era stata lei la prima esiliata della famiglia, a cui dedica il romanzo “Il museo della resa incondizionata”. La tesi si svilupperà dal quadro generale delle opere dell’autrice per poi affrontare in maniera più dettagliata il tema dell’esilio e della condizione e ruolo dello scrittore in generale e in parallelo col ruolo della scrittrice e del suo impegno sociale/politico. Lei che si definisce “non sono né emigrante, né una profuga, né una rifugiata politica. Io sono una scrittrice…” (Ugrešić 2001: 182).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/25673