Le miniature di occhi costituiscono un unicum per la storia dell’arte, una particolare deviazione dei ritratti in miniatura. Tanto amati quanto odiati, questi piccoli oggetti d’arte andavano di moda tra il 1785 e il 1830 in Europa in un periodo storico caratterizzato da un grande sentimentalismo che ne ha permesso la loro proliferazione. I “lover’s eyes”, così nominati due secoli dopo, sono doni con molteplici significati indirizzati a famigliari, amici o più spesso ad amanti in un contesto dove l’amore andava mostrato e dimostrato con discrezione, ma da chi desiderava trasgredire venivano utilizzati per mandare messaggi forti all’intera società. Analizzeremo il segno che ha lasciato la ritrattistica in miniatura e come sia arrivata ad un così celere declino con l’avvento del dagherrotipo. Ma possiamo definire realmente estinta tale pratica? Oppure, seppur latente, è sopravvissuta assumendo nuove forme? La carenza di studi che precedano gli anni 2000 hanno calato le miniature di occhi in un oblio silenzioso, tanto che l’ obiettivo di tale elaborato è per tanto proprio quello analizzare i principali aspetti legati al fenomeno del “lover’s eyes”, considerando da una parte il significato celato dietro tali visioni oculari soprattutto se accompagnate da altri simboli, dall’altra il concetto di visione intima e della logica dello sguardo nell’economia dello scambio che accumuna tutti questi oggetti d’arte tra Sette e Ottocento.
Tra proiezione e introiezione: giochi di sguardi nelle miniature di occhi in Europa tra Sette e Ottocento.
FRANZIN, GAIA
2024/2025
Abstract
Le miniature di occhi costituiscono un unicum per la storia dell’arte, una particolare deviazione dei ritratti in miniatura. Tanto amati quanto odiati, questi piccoli oggetti d’arte andavano di moda tra il 1785 e il 1830 in Europa in un periodo storico caratterizzato da un grande sentimentalismo che ne ha permesso la loro proliferazione. I “lover’s eyes”, così nominati due secoli dopo, sono doni con molteplici significati indirizzati a famigliari, amici o più spesso ad amanti in un contesto dove l’amore andava mostrato e dimostrato con discrezione, ma da chi desiderava trasgredire venivano utilizzati per mandare messaggi forti all’intera società. Analizzeremo il segno che ha lasciato la ritrattistica in miniatura e come sia arrivata ad un così celere declino con l’avvento del dagherrotipo. Ma possiamo definire realmente estinta tale pratica? Oppure, seppur latente, è sopravvissuta assumendo nuove forme? La carenza di studi che precedano gli anni 2000 hanno calato le miniature di occhi in un oblio silenzioso, tanto che l’ obiettivo di tale elaborato è per tanto proprio quello analizzare i principali aspetti legati al fenomeno del “lover’s eyes”, considerando da una parte il significato celato dietro tali visioni oculari soprattutto se accompagnate da altri simboli, dall’altra il concetto di visione intima e della logica dello sguardo nell’economia dello scambio che accumuna tutti questi oggetti d’arte tra Sette e Ottocento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/25609