The thesis analyzes the evolution of the use of space. Since the launch of Sputnik I (1957), the space race has involved an increasing number of actors, leading to the need for an international legal framework. Aerospace law developed as an autonomous branch, with principles such as non-appropriation, peaceful use, and cooperation. The five main UN Treaties and various soft law instruments form the foundation of this legal regime. However, the growing presence of private actors and the spread of dual-use technologies, which can be used both in the civil and military sectors, have created new critical issues by testing their regulatory effectiveness. The second chapter describes the progressive militarization of space: telecommunications satellites, GPS and ASATs are now central to defense strategies. The US, Russia and the EU are established powers, while China, India and Japan are rapidly rising. The ambiguous interpretation of the “peaceful” use and the lack of clear definitions in the Treaties favored a militarization that was not formally prohibited. The third chapter distinguishes militarization and weaponization, which is still hypothetical and is considered highly probable. Attempts to limit it (the PPTW, the PAROS, the ICOC, the HCOC and so on) are based on non-binding norms which are insufficient to guarantee an effective control. The thesis concludes by emphasizing the urgency of a binding and multilateral regulatory framework to ensure peace in space, avoid the arms race and preserve the sustainability of future space activities.

La tesi analizza l’evoluzione dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico, passato da dominio scientifico e cooperativo a scenario di crescente competizione strategica. A partire dal lancio dello Sputnik I (1957), la corsa allo spazio ha coinvolto un numero sempre maggiore di attori, portando alla necessità di un quadro giuridico internazionale. Il diritto aerospaziale si è sviluppato come ramo autonomo, con principi come non appropriazione, uso pacifico e cooperazione. I cinque principali trattati ONU e vari strumenti di soft law ne costituiscono il fondamento. Tuttavia, la presenza crescente di attori privati e la diffusione di tecnologie dual-use, impiegabili sia in ambito civile che militare, hanno creato nuove criticità mettendone alla prova l’efficacia normativa. Il secondo capitolo descrive la militarizzazione progressiva dello spazio: satelliti per telecomunicazioni, GPS e ASAT sono ormai centrali nelle strategie di difesa. Stati Uniti, Russia e UE sono potenze consolidate, mentre Cina, India e Giappone sono in rapida ascesa. L’interpretazione ambigua dell’uso “pacifico” e la mancanza di definizioni chiare nei trattati hanno favorito una militarizzazione non formalmente vietata. Il terzo capitolo distingue militarizzazione e armamento (weaponization): la prima riguarda usi non offensivi, la seconda il posizionamento diretto di armi nello spazio. La weaponization, ancora ipotetica, è considerata altamente probabile. I tentativi di limitarla (PPWT, PAROS, ICOC, HCOC) si basano su norme non vincolanti, insufficienti a garantire un controllo effettivo. Il lavoro conclude sottolineando l’urgenza di un quadro normativo vincolante e multilaterale per garantire la pace nello spazio, evitare la corsa agli armamenti e preservare la sostenibilità delle attività spaziali future.

Le Norme Internazionali del Diritto Aerospaziale: l’uso pacifico vs la militarization dello spazio e gli sforzi normativi per evitarne l’eventuale weaponization

PASQUALI, GIULIA
2024/2025

Abstract

The thesis analyzes the evolution of the use of space. Since the launch of Sputnik I (1957), the space race has involved an increasing number of actors, leading to the need for an international legal framework. Aerospace law developed as an autonomous branch, with principles such as non-appropriation, peaceful use, and cooperation. The five main UN Treaties and various soft law instruments form the foundation of this legal regime. However, the growing presence of private actors and the spread of dual-use technologies, which can be used both in the civil and military sectors, have created new critical issues by testing their regulatory effectiveness. The second chapter describes the progressive militarization of space: telecommunications satellites, GPS and ASATs are now central to defense strategies. The US, Russia and the EU are established powers, while China, India and Japan are rapidly rising. The ambiguous interpretation of the “peaceful” use and the lack of clear definitions in the Treaties favored a militarization that was not formally prohibited. The third chapter distinguishes militarization and weaponization, which is still hypothetical and is considered highly probable. Attempts to limit it (the PPTW, the PAROS, the ICOC, the HCOC and so on) are based on non-binding norms which are insufficient to guarantee an effective control. The thesis concludes by emphasizing the urgency of a binding and multilateral regulatory framework to ensure peace in space, avoid the arms race and preserve the sustainability of future space activities.
2024
La tesi analizza l’evoluzione dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico, passato da dominio scientifico e cooperativo a scenario di crescente competizione strategica. A partire dal lancio dello Sputnik I (1957), la corsa allo spazio ha coinvolto un numero sempre maggiore di attori, portando alla necessità di un quadro giuridico internazionale. Il diritto aerospaziale si è sviluppato come ramo autonomo, con principi come non appropriazione, uso pacifico e cooperazione. I cinque principali trattati ONU e vari strumenti di soft law ne costituiscono il fondamento. Tuttavia, la presenza crescente di attori privati e la diffusione di tecnologie dual-use, impiegabili sia in ambito civile che militare, hanno creato nuove criticità mettendone alla prova l’efficacia normativa. Il secondo capitolo descrive la militarizzazione progressiva dello spazio: satelliti per telecomunicazioni, GPS e ASAT sono ormai centrali nelle strategie di difesa. Stati Uniti, Russia e UE sono potenze consolidate, mentre Cina, India e Giappone sono in rapida ascesa. L’interpretazione ambigua dell’uso “pacifico” e la mancanza di definizioni chiare nei trattati hanno favorito una militarizzazione non formalmente vietata. Il terzo capitolo distingue militarizzazione e armamento (weaponization): la prima riguarda usi non offensivi, la seconda il posizionamento diretto di armi nello spazio. La weaponization, ancora ipotetica, è considerata altamente probabile. I tentativi di limitarla (PPWT, PAROS, ICOC, HCOC) si basano su norme non vincolanti, insufficienti a garantire un controllo effettivo. Il lavoro conclude sottolineando l’urgenza di un quadro normativo vincolante e multilaterale per garantire la pace nello spazio, evitare la corsa agli armamenti e preservare la sostenibilità delle attività spaziali future.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/25303