Al giorno d’oggi il videogioco è uno dei medium più usati al mondo, distribuito su una grande varietà di piattaforme e con un mercato globale che alla fine del 2024 si stima abbia raggiunto 455 miliardi di dollari. Nella sua storia di oltre cinquant'anni il Giappone, in particolare, ha contribuito notevolmente al suo sviluppo con alcune fra le più importanti aziende del settore come Nintendo, Sony e Capcom. Ricercatori nel campo dei Game Studies e curatori di mostre a tema videoludico notano ancora oggi la tendenza generale a considerare il videogioco come intrattenimento fine a sé stesso e premono per un riconoscimento del loro valore attraverso istituzioni accademiche e museali. In questo elaborato il titolo videoludico Ōkami, sviluppato da Clover Studio e pubblicato da Capcom, verrà inquadrato come “opera d’arte” usando come riferimento gli studi di Tavinor e Moss, basati sulla “cluster theory” dell’arte. Verranno poi presi in esame singolarmente le varie componenti dell’opera per individuare i richiami alla cultura giapponese e, assistita da una selezione di paratesti in lingua giapponese ed inglese, se ne comprenderanno meglio le tematiche e la si contestualizzerà all’interno dell’industria videoludica: si tenta di proporre in questo modo un’analisi pari a quelle effettuate in ambito letterario o cinematografico, conferendone dignità intellettuale e contribuendo sia all’accettazione del medium come opera d’arte, sia alle future ricerche sull’industria videoludica giapponese.

Videogioco, opera d’arte: analisi di Ōkami

D'OSUALDO, LAURA
2024/2025

Abstract

Al giorno d’oggi il videogioco è uno dei medium più usati al mondo, distribuito su una grande varietà di piattaforme e con un mercato globale che alla fine del 2024 si stima abbia raggiunto 455 miliardi di dollari. Nella sua storia di oltre cinquant'anni il Giappone, in particolare, ha contribuito notevolmente al suo sviluppo con alcune fra le più importanti aziende del settore come Nintendo, Sony e Capcom. Ricercatori nel campo dei Game Studies e curatori di mostre a tema videoludico notano ancora oggi la tendenza generale a considerare il videogioco come intrattenimento fine a sé stesso e premono per un riconoscimento del loro valore attraverso istituzioni accademiche e museali. In questo elaborato il titolo videoludico Ōkami, sviluppato da Clover Studio e pubblicato da Capcom, verrà inquadrato come “opera d’arte” usando come riferimento gli studi di Tavinor e Moss, basati sulla “cluster theory” dell’arte. Verranno poi presi in esame singolarmente le varie componenti dell’opera per individuare i richiami alla cultura giapponese e, assistita da una selezione di paratesti in lingua giapponese ed inglese, se ne comprenderanno meglio le tematiche e la si contestualizzerà all’interno dell’industria videoludica: si tenta di proporre in questo modo un’analisi pari a quelle effettuate in ambito letterario o cinematografico, conferendone dignità intellettuale e contribuendo sia all’accettazione del medium come opera d’arte, sia alle future ricerche sull’industria videoludica giapponese.
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Videogioco, opera d'arte. Analisi di Okami. Laura D'Osualdo 856095..pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/25239