La rappresentazione femminile nelle stampe ukiyoe 浮世絵 del periodo Edo riflette sia ideali estetici che dimensioni psicologiche complesse. Le bijinga 美人画 raffigurano donne eleganti, talvolta realmente esistite, non solo come icone di bellezza, ma anche come figure dotate di personalità sfaccettate. A fianco di questa immagine idealizzata, emerge una rappresentazione più cupa e inquietante, legata alla sofferenza, alla vendetta e al soprannaturale. Alcune stampe raffigurano figure femminili trasformate in entità sovrannaturali come yūrei 幽霊 o yōkai 妖怪, in continuità con il folclore giapponese. Questi archetipi visivi e narrativi influenzano profondamente il cinema horror giapponese. Le protagoniste dei film, tra vittime e spiriti vendicativi, riprendono l’immaginario delle stampe ukiyoe, attualizzandolo. La figura femminile diventa così veicolo di empatia e terrore, simbolo di sofferenza ma anche di ribellione contro le ingiustizie. Questa tesi intende indagare la continuità tra le rappresentazioni femminili nell’arte dell’ukiyoe e nel cinema horror giapponese, attraverso uno studio principalmente teorico incentrato sui codici visivi e narrativi che plasmano queste figure. A partire da tale riflessione, vengono proposti alcuni esempi di confronto tra stampe e pellicole, volti a illustrare come determinati archetipi e immaginari si siano trasformati e riattualizzati nel tempo. L’obiettivo è mettere in luce i legami profondi tra arte tradizionale e cultura visiva contemporanea, mostrando come la figura femminile, da oggetto estetico, diventi portatrice di significati complessi, simbolo insieme di sofferenza, inquietudine e resistenza.

La dualità femminile nell’arte e nel cinema giapponese: dall’ukiyoe al cinema horror giapponese

POGGESI, BEATRICE MARIA
2024/2025

Abstract

La rappresentazione femminile nelle stampe ukiyoe 浮世絵 del periodo Edo riflette sia ideali estetici che dimensioni psicologiche complesse. Le bijinga 美人画 raffigurano donne eleganti, talvolta realmente esistite, non solo come icone di bellezza, ma anche come figure dotate di personalità sfaccettate. A fianco di questa immagine idealizzata, emerge una rappresentazione più cupa e inquietante, legata alla sofferenza, alla vendetta e al soprannaturale. Alcune stampe raffigurano figure femminili trasformate in entità sovrannaturali come yūrei 幽霊 o yōkai 妖怪, in continuità con il folclore giapponese. Questi archetipi visivi e narrativi influenzano profondamente il cinema horror giapponese. Le protagoniste dei film, tra vittime e spiriti vendicativi, riprendono l’immaginario delle stampe ukiyoe, attualizzandolo. La figura femminile diventa così veicolo di empatia e terrore, simbolo di sofferenza ma anche di ribellione contro le ingiustizie. Questa tesi intende indagare la continuità tra le rappresentazioni femminili nell’arte dell’ukiyoe e nel cinema horror giapponese, attraverso uno studio principalmente teorico incentrato sui codici visivi e narrativi che plasmano queste figure. A partire da tale riflessione, vengono proposti alcuni esempi di confronto tra stampe e pellicole, volti a illustrare come determinati archetipi e immaginari si siano trasformati e riattualizzati nel tempo. L’obiettivo è mettere in luce i legami profondi tra arte tradizionale e cultura visiva contemporanea, mostrando come la figura femminile, da oggetto estetico, diventi portatrice di significati complessi, simbolo insieme di sofferenza, inquietudine e resistenza.
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