Questa tesi esplora il ruolo della seta nella Cina Ming, non solo come espressione artistica, ma come bene economico, simbolo di potere e strumento di diplomazia. La seta era al centro del sistema tributario imperiale, utilizzata per vestire la corte, ricompensare i funzionari e consolidare le relazioni politiche. I tessuti pregiati prodotti nelle officine imperiali e regionali non erano solo merci, ma vere e proprie opere d’arte, cariche di significati simbolici e decorative raffinate che rispecchiavano lo status sociale e l’autorità dell’imperatore e della corte. Un aspetto fondamentale dell’analisi riguarda la produzione serica, che si sviluppò attraverso un sistema altamente organizzato di manifatture statali e laboratori privati, caratterizzati da tradizione, ma anche da innovazione tecnologica. Le grandi spedizioni sia via terra che marittime guidate dagli inviati Ming portarono sete preziose in terre lontane, dall’Asia centrale fino alla costa orientale dell’Africa, rafforzando i legami politici e culturali tra la Cina e il mondo esterno. Questi viaggi non solo diffusero l’arte tessile cinese, ma contribuirono anche allo sviluppo di una rete diplomatica basata sul dono e sul commercio tributario. L’analisi si estende anche alla dimensione globale della seta, esaminando la tratta argento-seta che, dal 1570, collegò la Cina ai mercati europei, giapponesi e del Nuovo Mondo. Questo scambio non solo influenzò l’economia imperiale, ma contribuì alla diffusione della seta cinese in contesti artistici e culturali diversi. Attraverso un’indagine che intreccia arte, politica e commercio, la tesi cerca di mettere in luce il valore della seta come veicolo di identità culturale e come ponte tra l’Estremo Oriente e il mondo globale dell’epoca.

La seta come merce di scambio: le tecniche e il commercio del tessuto durante la dinastia Ming

CARAMORI, ADELE
2024/2025

Abstract

Questa tesi esplora il ruolo della seta nella Cina Ming, non solo come espressione artistica, ma come bene economico, simbolo di potere e strumento di diplomazia. La seta era al centro del sistema tributario imperiale, utilizzata per vestire la corte, ricompensare i funzionari e consolidare le relazioni politiche. I tessuti pregiati prodotti nelle officine imperiali e regionali non erano solo merci, ma vere e proprie opere d’arte, cariche di significati simbolici e decorative raffinate che rispecchiavano lo status sociale e l’autorità dell’imperatore e della corte. Un aspetto fondamentale dell’analisi riguarda la produzione serica, che si sviluppò attraverso un sistema altamente organizzato di manifatture statali e laboratori privati, caratterizzati da tradizione, ma anche da innovazione tecnologica. Le grandi spedizioni sia via terra che marittime guidate dagli inviati Ming portarono sete preziose in terre lontane, dall’Asia centrale fino alla costa orientale dell’Africa, rafforzando i legami politici e culturali tra la Cina e il mondo esterno. Questi viaggi non solo diffusero l’arte tessile cinese, ma contribuirono anche allo sviluppo di una rete diplomatica basata sul dono e sul commercio tributario. L’analisi si estende anche alla dimensione globale della seta, esaminando la tratta argento-seta che, dal 1570, collegò la Cina ai mercati europei, giapponesi e del Nuovo Mondo. Questo scambio non solo influenzò l’economia imperiale, ma contribuì alla diffusione della seta cinese in contesti artistici e culturali diversi. Attraverso un’indagine che intreccia arte, politica e commercio, la tesi cerca di mettere in luce il valore della seta come veicolo di identità culturale e come ponte tra l’Estremo Oriente e il mondo globale dell’epoca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/25086