In un periodo storico in cui il confine tra visibilità e invisibilità è sempre più vago, questa tesi esamina il ruolo dei social media come spazio di espressione alla luce della cultura visuale e nella prospettiva dell’attivismo digitale. La ricerca esplora come questi strumenti possano dare visibilità a narrazioni di eventi drammatici e luttuosi, talvolta marginalizzati dai media tradizionali, offrendo un punto di vista differente per via delle loro caratteristiche specifiche. Grazie a esempi e casi studio, la tesi indaga la tensione tra amplificazione e banalizzazione, tra visibilità e perdita di significato, tra attivismo digitale e performance del sé, evidenziando le contraddizioni di un sistema capace di dare spazio a nuove voci ma che allo stesso tempo regolato da tendenze performative, logiche algoritmiche e dinamiche di sorveglianza. Il quadro teorico si basa sui contributi di autori come Guy Debord, Jean Baudrillard, Susan Sontag, Roland Barthes, Byung-Chul Han, Nicholas Mirzoeff e Paolo Gerbaudo, grazie ai quali è stato possibile leggere criticamente il panorama mediatico contemporaneo. Infine, l’elaborato riflette sul potenziale storiografico dei contenuti digitali: i video e le immagini prodotti dal basso possono diventare nuove fonti per la memoria collettiva? E quali sfide pone la loro conservazione in un ecosistema in continua evoluzione?
Visibilità nell’era digitale. I social media tra spettacolarizzazione e attivismo.
GUARINO, CHIARA
2023/2024
Abstract
In un periodo storico in cui il confine tra visibilità e invisibilità è sempre più vago, questa tesi esamina il ruolo dei social media come spazio di espressione alla luce della cultura visuale e nella prospettiva dell’attivismo digitale. La ricerca esplora come questi strumenti possano dare visibilità a narrazioni di eventi drammatici e luttuosi, talvolta marginalizzati dai media tradizionali, offrendo un punto di vista differente per via delle loro caratteristiche specifiche. Grazie a esempi e casi studio, la tesi indaga la tensione tra amplificazione e banalizzazione, tra visibilità e perdita di significato, tra attivismo digitale e performance del sé, evidenziando le contraddizioni di un sistema capace di dare spazio a nuove voci ma che allo stesso tempo regolato da tendenze performative, logiche algoritmiche e dinamiche di sorveglianza. Il quadro teorico si basa sui contributi di autori come Guy Debord, Jean Baudrillard, Susan Sontag, Roland Barthes, Byung-Chul Han, Nicholas Mirzoeff e Paolo Gerbaudo, grazie ai quali è stato possibile leggere criticamente il panorama mediatico contemporaneo. Infine, l’elaborato riflette sul potenziale storiografico dei contenuti digitali: i video e le immagini prodotti dal basso possono diventare nuove fonti per la memoria collettiva? E quali sfide pone la loro conservazione in un ecosistema in continua evoluzione?File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24869