Il presente elaborato ha l’obiettivo di studiare l’evoluzione della rendicontazione non finanziaria dalle sue origini ai giorni nostri, partendo dalle primordiali iniziative di rendicontazione diffuse principalmente su base volontaria, fino alla legislazione obbligatoria e ai modelli di rendicontazione ESG attualmente disponibili. La spinta dei mercati ad aprirsi a livello internazionale, unitamente alla graduale attenzione verso le tematiche socio-ambientali e alla crescente consapevolezza della multidimensionalità del valore, ha reso via via più chiaro il ruolo delle imprese nel mantenimento di un ambiente sostenibile. Tuttavia, la rendicontazione dei rischi non finanziari ha dovuto attraversare un percorso evolutivo che l’ha condotta dall’essere solo un aspetto marginale dell’analisi finanziaria all’essere un elemento centrali del reporting aziendale. La mia tesi si articola in 3 parti: nel primo capitolo ho esplorato il contesto nazionale e internazionale antecedente alla Non Financial Reporting Directive e, successivamente, mi sono occupata di analizzare gli standard che, dal 1976 in poi, hanno costituito gli archetipi per gli attuali modelli di rendicontazione, tra cui Linee Guida OCSE del 1976 per le imprese multinazionali, le linee guida dell’Istituto Europeo per il Bilancio Sociale (IBS) del 1988 e la Carta dei Valori di Impresa, L’American Institute of Certified Public Accountants (AICPA) e il Financial Accounting Standard Board (FASB), l’Institute for Social and Ethical Accountability (ISEA) e il New Economics Foundation, fino all’introduzione dei principali standard di rendicontazione attualmente in uso (GRI, il framework del Climate Disclosure Standard Board, l’Integrated Report dell’International Integrated Reporting Council Framework, Non Financial Reporting Directive – NFRD, il Green Deal, fino ai più recenti ESRS e IFRS). Nel secondo capitolo, poi, la tesi si focalizza sull’esplorazione della letteratura internazionale sulla base di quattro prospettive: il rapporto tra la comunicazione dei rischi non finanziari e le performance aziendali; la possibile relazione tra comunicazione e crescita aziendale; la Direttiva 2014/94 UE e il processo di sviluppo della rendicontazione ESG; infine, mi sono focalizzata sull’immagine aziendale e su come il rischio reputazionale sia strettamente connesso alla rendicontazione non finanziaria. Ho esplorato anche la letteratura nazionale sul tema, scoprendo come le dimensioni aziendali e il settore di appartenenza influenzino evidentemente la scelta di rendicontazione e, allo stesso modo, anche la numerosità del consiglio di amministrazione inficia sulla qualità della comunicazione. Da ultimo, il terzo capitolo, si pone l’obiettivo di individuare una possibile tassonomia delle informazioni rendicontate dalle aziende. A partire dall’analisi dei bilanci di più di 600 aziende, sono state studiate circa 13000 frasi, selezionando per ciascuna una macro-categoria (già individuata dalla Non-Financial Reporting Directive) e una micro-categoria di appartenenza. Lo sviluppo della classificazione ha creato i presupposti del lavoro di ricerca e, in particolare, del research focus, il quale mira a esplorare le seguenti ipotesi: H1: come è variata l’attenzione delle aziende verso le diverse categorie di informazioni non finanziarie rendicontate, nel corso degli anni tra 2016 e 2023? H2: esiste un’effettiva relazione tra di settore di appartenenza dell’azienda e qualità o categoria delle informazioni non finanziare comunicate?

Oltre il bilancio: un’analisi della tassonomia dei rischi non finanziari e del loro impatto sulla rendicontazione aziendale

ROBERTI, SARA
2023/2024

Abstract

Il presente elaborato ha l’obiettivo di studiare l’evoluzione della rendicontazione non finanziaria dalle sue origini ai giorni nostri, partendo dalle primordiali iniziative di rendicontazione diffuse principalmente su base volontaria, fino alla legislazione obbligatoria e ai modelli di rendicontazione ESG attualmente disponibili. La spinta dei mercati ad aprirsi a livello internazionale, unitamente alla graduale attenzione verso le tematiche socio-ambientali e alla crescente consapevolezza della multidimensionalità del valore, ha reso via via più chiaro il ruolo delle imprese nel mantenimento di un ambiente sostenibile. Tuttavia, la rendicontazione dei rischi non finanziari ha dovuto attraversare un percorso evolutivo che l’ha condotta dall’essere solo un aspetto marginale dell’analisi finanziaria all’essere un elemento centrali del reporting aziendale. La mia tesi si articola in 3 parti: nel primo capitolo ho esplorato il contesto nazionale e internazionale antecedente alla Non Financial Reporting Directive e, successivamente, mi sono occupata di analizzare gli standard che, dal 1976 in poi, hanno costituito gli archetipi per gli attuali modelli di rendicontazione, tra cui Linee Guida OCSE del 1976 per le imprese multinazionali, le linee guida dell’Istituto Europeo per il Bilancio Sociale (IBS) del 1988 e la Carta dei Valori di Impresa, L’American Institute of Certified Public Accountants (AICPA) e il Financial Accounting Standard Board (FASB), l’Institute for Social and Ethical Accountability (ISEA) e il New Economics Foundation, fino all’introduzione dei principali standard di rendicontazione attualmente in uso (GRI, il framework del Climate Disclosure Standard Board, l’Integrated Report dell’International Integrated Reporting Council Framework, Non Financial Reporting Directive – NFRD, il Green Deal, fino ai più recenti ESRS e IFRS). Nel secondo capitolo, poi, la tesi si focalizza sull’esplorazione della letteratura internazionale sulla base di quattro prospettive: il rapporto tra la comunicazione dei rischi non finanziari e le performance aziendali; la possibile relazione tra comunicazione e crescita aziendale; la Direttiva 2014/94 UE e il processo di sviluppo della rendicontazione ESG; infine, mi sono focalizzata sull’immagine aziendale e su come il rischio reputazionale sia strettamente connesso alla rendicontazione non finanziaria. Ho esplorato anche la letteratura nazionale sul tema, scoprendo come le dimensioni aziendali e il settore di appartenenza influenzino evidentemente la scelta di rendicontazione e, allo stesso modo, anche la numerosità del consiglio di amministrazione inficia sulla qualità della comunicazione. Da ultimo, il terzo capitolo, si pone l’obiettivo di individuare una possibile tassonomia delle informazioni rendicontate dalle aziende. A partire dall’analisi dei bilanci di più di 600 aziende, sono state studiate circa 13000 frasi, selezionando per ciascuna una macro-categoria (già individuata dalla Non-Financial Reporting Directive) e una micro-categoria di appartenenza. Lo sviluppo della classificazione ha creato i presupposti del lavoro di ricerca e, in particolare, del research focus, il quale mira a esplorare le seguenti ipotesi: H1: come è variata l’attenzione delle aziende verso le diverse categorie di informazioni non finanziarie rendicontate, nel corso degli anni tra 2016 e 2023? H2: esiste un’effettiva relazione tra di settore di appartenenza dell’azienda e qualità o categoria delle informazioni non finanziare comunicate?
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/24861