La questione di Taiwan rappresenta uno dei temi centrali della politica estera della Repubblica Popolare Cinese (RPC), essendo parte integrante della strategia di Pechino per salvaguardare la sovranità e l'integrità territoriale secondo il principio di "Una sola Cina". Soprattutto negli ultimi anni la questione sta diventando più vitale che mai. Dall'ascesa di Xi Jinping alla guida della RPC nel 2012 e con il Partito Democratico Progressista (DPP) al governo taiwanese dal 2016, le relazioni tra la Cina continentale e Taiwan hanno registrato un'escalation costante delle tensioni. Sotto la leadership di Xi Jinping, si è assistito a un ricorso più diretto e frequente alla forza, accompagnato da una crescente centralizzazione del processo decisionale. La crisi ha raggiunto un punto critico nel 2019, quando la Cina ha ripreso le esercitazioni militari lungo la linea mediana dello Stretto, un confine non ufficiale tra le due sponde, per la prima volta in due decenni. Da allora, Pechino ha intensificato la pressione economica, politica e militare su Taiwan, generando la crisi più intensa mai registrata nello Stretto. Considerata la crescente importanza di questo tema, il presente studio analizza la gestione dei rapporti nello Stretto da parte della RPC dal punto di vista istituzionale e normativo. L'analisi normativa si concentra sulle leggi e sugli accordi storici chiave, nonché sulle normative e sugli annunci ufficiali pubblicati tra il 2019 e il 2024 in risposta all'aggravarsi della crisi. La ricerca evidenzia come, pur con una crescente centralizzazione del potere nelle mani di Xi Jinping e un ricorso più diretto e frequente alla forza, la strategia adottata mantenga una sostanziale continuità con quella dei suoi predecessori. L'azione di Pechino si configura come un equilibrio tra strumenti di pressione e misure di cooperazione, combinando politiche hard e soft nel perseguire i propri obiettivi strategici. Questa dinamica emerge chiaramente dall'analisi delle disposizioni normative e degli annunci ufficiali emessi tra il 2019 e il 2024.
Le relazioni istituzionali tra la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica di Cina: un approfondimento sulle novità legislative dal 2019 al 2024
SEBETO, MONIA
2023/2024
Abstract
La questione di Taiwan rappresenta uno dei temi centrali della politica estera della Repubblica Popolare Cinese (RPC), essendo parte integrante della strategia di Pechino per salvaguardare la sovranità e l'integrità territoriale secondo il principio di "Una sola Cina". Soprattutto negli ultimi anni la questione sta diventando più vitale che mai. Dall'ascesa di Xi Jinping alla guida della RPC nel 2012 e con il Partito Democratico Progressista (DPP) al governo taiwanese dal 2016, le relazioni tra la Cina continentale e Taiwan hanno registrato un'escalation costante delle tensioni. Sotto la leadership di Xi Jinping, si è assistito a un ricorso più diretto e frequente alla forza, accompagnato da una crescente centralizzazione del processo decisionale. La crisi ha raggiunto un punto critico nel 2019, quando la Cina ha ripreso le esercitazioni militari lungo la linea mediana dello Stretto, un confine non ufficiale tra le due sponde, per la prima volta in due decenni. Da allora, Pechino ha intensificato la pressione economica, politica e militare su Taiwan, generando la crisi più intensa mai registrata nello Stretto. Considerata la crescente importanza di questo tema, il presente studio analizza la gestione dei rapporti nello Stretto da parte della RPC dal punto di vista istituzionale e normativo. L'analisi normativa si concentra sulle leggi e sugli accordi storici chiave, nonché sulle normative e sugli annunci ufficiali pubblicati tra il 2019 e il 2024 in risposta all'aggravarsi della crisi. La ricerca evidenzia come, pur con una crescente centralizzazione del potere nelle mani di Xi Jinping e un ricorso più diretto e frequente alla forza, la strategia adottata mantenga una sostanziale continuità con quella dei suoi predecessori. L'azione di Pechino si configura come un equilibrio tra strumenti di pressione e misure di cooperazione, combinando politiche hard e soft nel perseguire i propri obiettivi strategici. Questa dinamica emerge chiaramente dall'analisi delle disposizioni normative e degli annunci ufficiali emessi tra il 2019 e il 2024.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24783