L’arte contemporanea ha introdotto a nuove tecniche artistiche nel Novecento e aperto all’uso di materiali inconsueti, fino ad allora mai tenuti in considerazione per la realizzazione di opere d’arte. Allo stesso modo, lo sviluppo delle nuove tecnologie e dei media ha promosso l’elaborazione di installazioni artistiche con l’utilizzo di nuovi mezzi. Questa tesi riflette sulla questione della conservazione dell'arte contemporanea prendendo in considerazione le riflessioni che, a partire dagli anni Settanta, hanno cercato di dare risposta al complesso quesito di come agire nei confronti di opere effimere o eseguite con materiali problematici. Attraverso una serie di casi di studio, che vanno dal programma olandese “Conservation of Modern Art” al più recente “POP ART” promosso dalla Commissione Europea, vengono prese in esame alcune delle personalità artistiche più note che, con le loro produzioni, hanno acceso i riflettori sulle problematicità di fruizione, interpretazione e conservazione dell’arte contemporanea: Robert Rauschenberg, che introduce la tassidermia nell’ambito artistico; Damien Hirst, le cui opere e la loro riproduzione e conservazione sono state oggetto di dibattiti molto discussi; Robert Smithson, nel contesto di un’arte destinata all'entropia; e, infine, Marina Abramović, che affronta il tema della performance e della reperformance come soluzione replicativa all’unicità dell’azione descritta.
“You begin with the possibilities of the material” : riflessioni, teorie e enigmi conservativi nelle opere di Robert Rauschenberg, Robert Smithson, Damien Hirst e Marina Abramović.
TESSARI, ALICE
2023/2024
Abstract
L’arte contemporanea ha introdotto a nuove tecniche artistiche nel Novecento e aperto all’uso di materiali inconsueti, fino ad allora mai tenuti in considerazione per la realizzazione di opere d’arte. Allo stesso modo, lo sviluppo delle nuove tecnologie e dei media ha promosso l’elaborazione di installazioni artistiche con l’utilizzo di nuovi mezzi. Questa tesi riflette sulla questione della conservazione dell'arte contemporanea prendendo in considerazione le riflessioni che, a partire dagli anni Settanta, hanno cercato di dare risposta al complesso quesito di come agire nei confronti di opere effimere o eseguite con materiali problematici. Attraverso una serie di casi di studio, che vanno dal programma olandese “Conservation of Modern Art” al più recente “POP ART” promosso dalla Commissione Europea, vengono prese in esame alcune delle personalità artistiche più note che, con le loro produzioni, hanno acceso i riflettori sulle problematicità di fruizione, interpretazione e conservazione dell’arte contemporanea: Robert Rauschenberg, che introduce la tassidermia nell’ambito artistico; Damien Hirst, le cui opere e la loro riproduzione e conservazione sono state oggetto di dibattiti molto discussi; Robert Smithson, nel contesto di un’arte destinata all'entropia; e, infine, Marina Abramović, che affronta il tema della performance e della reperformance come soluzione replicativa all’unicità dell’azione descritta.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24741