Il presente studio prende in esame l’evoluzione delle teorie femministe attualizzando la domanda posta da Linda Nochlin negli anni Settanta all’interno del saggio ‘Why have there been no great women artists?’. Intende pertanto indagare quali sono i luoghi contemporanei, fisici e virtuali, dove le artiste e l’arte femminista trovano posto. L’analisi parte dagli spazi canonici dell’arte (musei e gallerie) e dalle mostre al femminile e/o a carattere femminista che hanno svolto un ruolo centrale nell’evoluzione stessa dell’arte femminista. Lo studio prosegue poi concentrandosi sui luoghi indipendenti e collettivi femministi il cui operato evidenzia la necessità di creare comunità autonome di rivendicazione. Successivamente, viene considerato lo spazio che artiste e studiose femministe hanno trovato nell’ambito dei nuovi media (blog, podcast) e sui social network (Instagram, Tiktok) come media democratici di facile accesso. Un’attenzione particolare è dedicata ai media che hanno come obiettivo il ridare voce alle artiste rimosse dalla storia e alle comunità marginalizzate, in un’ottica transazionale. Sono stati scelti due casi studio: il blog Hotpotatoes e il podcast Pelo.nel.uovo.

Nuovi spazi di rivendicazione femminista. Dai musei ai nuovi media. I casi Hotpotatoes e Pelo.nel.uovo

ORIONI, ANTONELLA
2023/2024

Abstract

Il presente studio prende in esame l’evoluzione delle teorie femministe attualizzando la domanda posta da Linda Nochlin negli anni Settanta all’interno del saggio ‘Why have there been no great women artists?’. Intende pertanto indagare quali sono i luoghi contemporanei, fisici e virtuali, dove le artiste e l’arte femminista trovano posto. L’analisi parte dagli spazi canonici dell’arte (musei e gallerie) e dalle mostre al femminile e/o a carattere femminista che hanno svolto un ruolo centrale nell’evoluzione stessa dell’arte femminista. Lo studio prosegue poi concentrandosi sui luoghi indipendenti e collettivi femministi il cui operato evidenzia la necessità di creare comunità autonome di rivendicazione. Successivamente, viene considerato lo spazio che artiste e studiose femministe hanno trovato nell’ambito dei nuovi media (blog, podcast) e sui social network (Instagram, Tiktok) come media democratici di facile accesso. Un’attenzione particolare è dedicata ai media che hanno come obiettivo il ridare voce alle artiste rimosse dalla storia e alle comunità marginalizzate, in un’ottica transazionale. Sono stati scelti due casi studio: il blog Hotpotatoes e il podcast Pelo.nel.uovo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/24719