Scopo della ricerca condotta è stato quello di provare a chiarire le modalità con cui, in un contesto occidentale nordeuropeo come l’Hortus botanicus di Leiden, nei Paesi Bassi, parte del mondo cosiddetto “naturale” – in particolar modo quello delle piante – viene inglobato e organizzato da parte di un’istituzione botanica ed è poi presentato ad un pubblico ampio in qualità di giardino-museo, mantenendo allo stesso tempo gli obiettivi di ricerca e di conservazione di un patrimonio biologico e culturale. Il contesto di ricerca vanta una storia secolare: fin dal XVII secolo l’istituzione si è adoperata per acquisire un sempre più alto numero di specie vegetali che richiedono oggi una manutenzione e un’organizzazione ben precise. Oltre a ciò, essa si pone come istituzione aperta al pubblico e quindi responsabile di determinate modalità non solo di espressione e di narrazione del mondo naturale, ma anche di sensibilizzazione dei visitatori verso tematiche ambientali. In questo complesso quadro di dinamiche, si è tentato di porre l’attenzione sulle modalità attraverso cui la “natura” esiste in relazione all’essere umano: la cornice interpretativa e fenomenologica dell’antropologia contemporanea ha dato accesso a forme di relazionalità con cui il mondo "naturale" viene pensato e vissuto, e che seppur radicate in un sistema di pensiero che pone le specie vegetali come esseri inanimati e controllabili, rivela modalità altre di esperienze, non sulle piante, ma con le piante.
Un giardino, diverse nature. Prospettive antropologiche sulla relazionalità fra esseri umani e piante presso l'Hortus botanicus di Leiden, Paesi Bassi
GRENDENE, ANGELICA
2023/2024
Abstract
Scopo della ricerca condotta è stato quello di provare a chiarire le modalità con cui, in un contesto occidentale nordeuropeo come l’Hortus botanicus di Leiden, nei Paesi Bassi, parte del mondo cosiddetto “naturale” – in particolar modo quello delle piante – viene inglobato e organizzato da parte di un’istituzione botanica ed è poi presentato ad un pubblico ampio in qualità di giardino-museo, mantenendo allo stesso tempo gli obiettivi di ricerca e di conservazione di un patrimonio biologico e culturale. Il contesto di ricerca vanta una storia secolare: fin dal XVII secolo l’istituzione si è adoperata per acquisire un sempre più alto numero di specie vegetali che richiedono oggi una manutenzione e un’organizzazione ben precise. Oltre a ciò, essa si pone come istituzione aperta al pubblico e quindi responsabile di determinate modalità non solo di espressione e di narrazione del mondo naturale, ma anche di sensibilizzazione dei visitatori verso tematiche ambientali. In questo complesso quadro di dinamiche, si è tentato di porre l’attenzione sulle modalità attraverso cui la “natura” esiste in relazione all’essere umano: la cornice interpretativa e fenomenologica dell’antropologia contemporanea ha dato accesso a forme di relazionalità con cui il mondo "naturale" viene pensato e vissuto, e che seppur radicate in un sistema di pensiero che pone le specie vegetali come esseri inanimati e controllabili, rivela modalità altre di esperienze, non sulle piante, ma con le piante.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24718