I concetti di veridicità, sincerità e autenticità rappresentano tre diverse modalità in cui nel corso del pensiero filosofico è stata espressa l’esigenza di dire la verità ed esprimono modi differenti di interpretare l’identità umana nel tempo e di concezione della relazione con se stessi e con gli altri. L’analisi prende le mosse dal mondo antico quando, già a partire dai poemi omerici, la veridicità viene letta come corrispondenza tra cuore e/o pensiero e le parole, in contrapposizione alla menzogna in cui le parole non corrispondono al pensiero. Agostino teorizzerà il concetto di veridicità in opposizione alla menzogna nel De mendacio, e nel pensiero cristiano si separerà la verità del bene, dal male della menzogna e dell’inganno. Questi elementi confluiscono nel pensiero moderno, in cui inizia ad affermarsi un’istanza critica delle apparenze considerate l’anticamera della menzogna. Emblemi di quest’evoluzione sono le opere di Immanuel Kant e Jean-Jacques Rousseau in cui la veridicità e la sincerità diventano essenziali per la definizione dell’identità umana. Kant è divenuto celebre per lo scritto Sul presunto diritto di mentire per amore dell’umanità dove la veridicità è considerata un dovere morale assoluto e la menzogna un male da evitare senza eccezioni. Con Rousseau e le sue Confessioni, invece, si passa dalla nozione di veridicità a quella di sincerità intesa come una qualità che presuppone la corrispondenza con se stessi. La sincerità diventa una qualità che prevede la conoscenza di sé e l’espressione di chi si è veramente. Tuttavia, le nozioni di veridicità e sincerità vengono messe in discussione dal pensiero filosofico successivo, poiché la concezione radicale introdotta da Kant e Rousseau mette in evidenza diverse problematiche. Infatti, la veridicità non può essere considerata un principio assoluto e, allo stesso tempo, la sincerità promossa da Rousseau rischia di trasformarsi in un ideale di trasparenza totalizzante. Anche per tali ragioni, il pensiero filosofico contemporaneo privilegia il concetto di autenticità, inteso come “essere se stessi” e che pertanto non richiede alcun tipo di corrispondenza né esterna, né interna. In particolare, nella filosofia esistenzialista l’autenticità troverà il suo sviluppo concettuale assieme a una rivalutazione del soggetto stesso. Se l’individuo moderno aveva posto nel proprio sé le garanzie della veridicità e della sincerità, nella riflessione contemporanea non sarà più possibile pensare il soggetto in questi termini poiché considerato portatore del negativo della finzione. Prendendo in considerazione Jaspers, Arendt e Sartre il valore assoluto della veridicità viene meno, ed emerge la costitutiva insincerità dell’essere umano, che non può mai essere pienamente sincero poiché in ogni sua azione è sempre presente un elemento di finzione. Tuttavia, il concetto di autenticità supera i confini della riflessione filosofica per essere assunto come un valore nella società contemporanea. In particolare, il racconto di sé che l’individuo è in grado di fare attraverso nuovi mezzi di comunicazione come i social network apre nuovi scenari.

Dire la verità tra chiarezza e nascondimento: un percorso attraverso i concetti di veridicità, sincerità e autenticità

CARUSO, EVA
2023/2024

Abstract

I concetti di veridicità, sincerità e autenticità rappresentano tre diverse modalità in cui nel corso del pensiero filosofico è stata espressa l’esigenza di dire la verità ed esprimono modi differenti di interpretare l’identità umana nel tempo e di concezione della relazione con se stessi e con gli altri. L’analisi prende le mosse dal mondo antico quando, già a partire dai poemi omerici, la veridicità viene letta come corrispondenza tra cuore e/o pensiero e le parole, in contrapposizione alla menzogna in cui le parole non corrispondono al pensiero. Agostino teorizzerà il concetto di veridicità in opposizione alla menzogna nel De mendacio, e nel pensiero cristiano si separerà la verità del bene, dal male della menzogna e dell’inganno. Questi elementi confluiscono nel pensiero moderno, in cui inizia ad affermarsi un’istanza critica delle apparenze considerate l’anticamera della menzogna. Emblemi di quest’evoluzione sono le opere di Immanuel Kant e Jean-Jacques Rousseau in cui la veridicità e la sincerità diventano essenziali per la definizione dell’identità umana. Kant è divenuto celebre per lo scritto Sul presunto diritto di mentire per amore dell’umanità dove la veridicità è considerata un dovere morale assoluto e la menzogna un male da evitare senza eccezioni. Con Rousseau e le sue Confessioni, invece, si passa dalla nozione di veridicità a quella di sincerità intesa come una qualità che presuppone la corrispondenza con se stessi. La sincerità diventa una qualità che prevede la conoscenza di sé e l’espressione di chi si è veramente. Tuttavia, le nozioni di veridicità e sincerità vengono messe in discussione dal pensiero filosofico successivo, poiché la concezione radicale introdotta da Kant e Rousseau mette in evidenza diverse problematiche. Infatti, la veridicità non può essere considerata un principio assoluto e, allo stesso tempo, la sincerità promossa da Rousseau rischia di trasformarsi in un ideale di trasparenza totalizzante. Anche per tali ragioni, il pensiero filosofico contemporaneo privilegia il concetto di autenticità, inteso come “essere se stessi” e che pertanto non richiede alcun tipo di corrispondenza né esterna, né interna. In particolare, nella filosofia esistenzialista l’autenticità troverà il suo sviluppo concettuale assieme a una rivalutazione del soggetto stesso. Se l’individuo moderno aveva posto nel proprio sé le garanzie della veridicità e della sincerità, nella riflessione contemporanea non sarà più possibile pensare il soggetto in questi termini poiché considerato portatore del negativo della finzione. Prendendo in considerazione Jaspers, Arendt e Sartre il valore assoluto della veridicità viene meno, ed emerge la costitutiva insincerità dell’essere umano, che non può mai essere pienamente sincero poiché in ogni sua azione è sempre presente un elemento di finzione. Tuttavia, il concetto di autenticità supera i confini della riflessione filosofica per essere assunto come un valore nella società contemporanea. In particolare, il racconto di sé che l’individuo è in grado di fare attraverso nuovi mezzi di comunicazione come i social network apre nuovi scenari.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/24709