Nel quadro della presenza dell’opera e della figura di Dante nella letteratura catalana medievale, dalle prime attestazioni rilevabili fino alla traduzione della Commedia da parte di A.Febrer (1429), in primo luogo si evincono citazioni esplicite o rimandi alla Catalogna nei testi danteschi, che avvalorano lo stereotipo dell’avara povertà di Catalogna.Seguono le prime attestazioni della presenza dantesca nel mondo catalano: labili tracce o sicuri riflessi letterari del XIV sec.,tra cui la prima citazione certa nel Llibre de Fortuna e Prudència (1381) di Bernat Metge, La biografia di Febrer delinea l’immagine di un professionista della diplomazia e delle armi. Le necessarie informazioni codicologiche su Esc. L.II.18, l’unico manoscritto che ha tramandato la sua traduzione riscoperto dopo secoli di silenzio nel ‘700, precedono le edizioni critiche, con a completamento l’indagine sull’originale dantesco di partenza.Un secondo manoscritto perdutosi nell’800 lascia ipotizzare la dedica ad Alfonso V d’Aragona dell’opera di Febrer, ispirato anche dal precedente della versione castigliana in prosa della Commedia di Villena (1428):nella corte aragonese sicuramente i due ebbero comuni stimoli culturali e verosimili incontri e scambi personali. Il confronto tra i testi febreriano e dantesco è volto a spiegare tecniche traduttive e scelte che hanno alimentato la questione della qualità poetica di Febrer, oggetto di una tendenziale crescente benevolenza della critica .
Aspectos de la presencia de Dante en la literatura catalana medieval
MILANI, ALESSANDRO
2023/2024
Abstract
Nel quadro della presenza dell’opera e della figura di Dante nella letteratura catalana medievale, dalle prime attestazioni rilevabili fino alla traduzione della Commedia da parte di A.Febrer (1429), in primo luogo si evincono citazioni esplicite o rimandi alla Catalogna nei testi danteschi, che avvalorano lo stereotipo dell’avara povertà di Catalogna.Seguono le prime attestazioni della presenza dantesca nel mondo catalano: labili tracce o sicuri riflessi letterari del XIV sec.,tra cui la prima citazione certa nel Llibre de Fortuna e Prudència (1381) di Bernat Metge, La biografia di Febrer delinea l’immagine di un professionista della diplomazia e delle armi. Le necessarie informazioni codicologiche su Esc. L.II.18, l’unico manoscritto che ha tramandato la sua traduzione riscoperto dopo secoli di silenzio nel ‘700, precedono le edizioni critiche, con a completamento l’indagine sull’originale dantesco di partenza.Un secondo manoscritto perdutosi nell’800 lascia ipotizzare la dedica ad Alfonso V d’Aragona dell’opera di Febrer, ispirato anche dal precedente della versione castigliana in prosa della Commedia di Villena (1428):nella corte aragonese sicuramente i due ebbero comuni stimoli culturali e verosimili incontri e scambi personali. Il confronto tra i testi febreriano e dantesco è volto a spiegare tecniche traduttive e scelte che hanno alimentato la questione della qualità poetica di Febrer, oggetto di una tendenziale crescente benevolenza della critica .File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24544