Attraverso lo studio delle fonti, la tesi propone un’analisi approfondita della figura di Elisabetta Marchioni, valente pittrice di fiori nella Rovigo del XVII secolo. Le informazioni di cui disponiamo sono veramente esigue e tutte le indagini sembrano affidarsi ad un testo del 1793, Le pitture sculture ed architetture della città di Rovigo con illustrazione ed indice di Francesco Bartoli, il quale potrebbe essere definito il primo biografo della pittrice, colui che la strapperà all’oblio per affidarla alla memoria dei posteri. Nonostante gli interrogativi circa la figura di Elisabetta Marchioni siano ancora molti, nel primo capitolo, si è cercato di ricostruire la vita della pittrice, dal luogo in cui venne alla luce a quello in cui terminò i propri giorni, dalla sua formazione artistica alla persone con cui si relazionò. Non v’è dubbio che la Marchioni fosse una fiorante, un genere che appartiene a quello più ampio della natura morta. A quest’ultima è stato dedicato un intero sottoparagrafo, nel quale si spiegano le origini del genere fino ad arrivare al XVII secolo, periodo di attività della pittrice. Nello stesso si è anche analizzato il contesto veneziano, con lo scopo di osservare quali fossero la domanda del tempo e di conseguenza anche i gusti. Si scoprirà successivamente che la fortuna antica della Marchioni sarà di dimensione prettamente locale non avendo rilevato tele della pittrice nelle vicine città di Ferrara, Bologna, Padova e Venezia. Nel secondo capitolo è stato ricostruito un catalogo parziale delle opere di Elisabetta Marchioni, suddiviso in opere di attribuzione antica e opere attribuite, queste ultime con un’ulteriore divisione secondo il luogo di conservazione. Maggiore attenzione è stata data all’opera Sacra Eucarestia con angeli e ostensorio conservata presso la Pinacoteca dei Concordi di Rovigo, poiché considerata il punto di partenza per definire lo stile pittorico della Marchioni. Seguono poi le schede delle altre tele. L’ultimo capitolo riporta una riflessione circa la fortuna critica di Elisabetta Marchioni attraverso i secoli, dalle fonti più remote agli studi contemporanei.
Un’identità in sospeso: Elisabetta Marchioni pittrice di fiori nella Rovigo del XVII secolo
DIEGO, GIORGIA
2023/2024
Abstract
Attraverso lo studio delle fonti, la tesi propone un’analisi approfondita della figura di Elisabetta Marchioni, valente pittrice di fiori nella Rovigo del XVII secolo. Le informazioni di cui disponiamo sono veramente esigue e tutte le indagini sembrano affidarsi ad un testo del 1793, Le pitture sculture ed architetture della città di Rovigo con illustrazione ed indice di Francesco Bartoli, il quale potrebbe essere definito il primo biografo della pittrice, colui che la strapperà all’oblio per affidarla alla memoria dei posteri. Nonostante gli interrogativi circa la figura di Elisabetta Marchioni siano ancora molti, nel primo capitolo, si è cercato di ricostruire la vita della pittrice, dal luogo in cui venne alla luce a quello in cui terminò i propri giorni, dalla sua formazione artistica alla persone con cui si relazionò. Non v’è dubbio che la Marchioni fosse una fiorante, un genere che appartiene a quello più ampio della natura morta. A quest’ultima è stato dedicato un intero sottoparagrafo, nel quale si spiegano le origini del genere fino ad arrivare al XVII secolo, periodo di attività della pittrice. Nello stesso si è anche analizzato il contesto veneziano, con lo scopo di osservare quali fossero la domanda del tempo e di conseguenza anche i gusti. Si scoprirà successivamente che la fortuna antica della Marchioni sarà di dimensione prettamente locale non avendo rilevato tele della pittrice nelle vicine città di Ferrara, Bologna, Padova e Venezia. Nel secondo capitolo è stato ricostruito un catalogo parziale delle opere di Elisabetta Marchioni, suddiviso in opere di attribuzione antica e opere attribuite, queste ultime con un’ulteriore divisione secondo il luogo di conservazione. Maggiore attenzione è stata data all’opera Sacra Eucarestia con angeli e ostensorio conservata presso la Pinacoteca dei Concordi di Rovigo, poiché considerata il punto di partenza per definire lo stile pittorico della Marchioni. Seguono poi le schede delle altre tele. L’ultimo capitolo riporta una riflessione circa la fortuna critica di Elisabetta Marchioni attraverso i secoli, dalle fonti più remote agli studi contemporanei.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24493