Il cinema, dalla sua nascita, affronta la tematica ambientale. Dal primo eco- disaster movie tra spettacolarizzazione e disastro, attraverso i documentari, fino al genere della climate fiction, il cinema si configura come mezzo di esplorazione della Natura e delle problematiche ambientali. Questa tesi nasce dall’esigenza di provare ad argomentare alcune riflessioni poste dagli autori del numero Ecocinema della rivista Bianco e Nero del Centro Sperimentale di Cinematografia, nel 2022. Se il genere documentario sembra trattare efficacemente temi come il cambiamento climatico, lo sfruttamento e il degrado ambientale, l’ecologia e il rapporto umano-Natura, quale funzione assume il cinema narrativo in questo racconto? Attraverso la cornice interpretativa dell’ecocinema come campo disciplinare e due casi studio – il cortometraggio Omelia Contadina di Alice Rohrwacher e JR (2020) e il lungometraggio Aku wa sonzai shinai (Il male non esiste) di Hamaguchi Ryūsuke (2023) – si cerca di dimostrare come il cinema narrativo assume un ruolo attivo nella sensibilizzazione del pubblico sulla tematica ecologica. Le sue forme sperimentali si legano all’arte contemporanea sia come linguaggio, sia nella collaborazione diretta con artisti contemporanei, oppure si ricongiungono alla storia del cinema per raccontare fatti del presente. La letteratura scientifica sull’argomento, unita all’analisi dei casi studio, hanno dimostrato che il cinema è parte integrante del processo di comprensione dell’attuale crisi ecologica, oggi affrontata tanto dalle discipline scientifiche quanto da quelle umanistiche.
Ecocinema: il cinema come mezzo di consapevolezza ecologica. Casi studio tra Italia e Giappone
MITAROTONDA, SILVIA
2023/2024
Abstract
Il cinema, dalla sua nascita, affronta la tematica ambientale. Dal primo eco- disaster movie tra spettacolarizzazione e disastro, attraverso i documentari, fino al genere della climate fiction, il cinema si configura come mezzo di esplorazione della Natura e delle problematiche ambientali. Questa tesi nasce dall’esigenza di provare ad argomentare alcune riflessioni poste dagli autori del numero Ecocinema della rivista Bianco e Nero del Centro Sperimentale di Cinematografia, nel 2022. Se il genere documentario sembra trattare efficacemente temi come il cambiamento climatico, lo sfruttamento e il degrado ambientale, l’ecologia e il rapporto umano-Natura, quale funzione assume il cinema narrativo in questo racconto? Attraverso la cornice interpretativa dell’ecocinema come campo disciplinare e due casi studio – il cortometraggio Omelia Contadina di Alice Rohrwacher e JR (2020) e il lungometraggio Aku wa sonzai shinai (Il male non esiste) di Hamaguchi Ryūsuke (2023) – si cerca di dimostrare come il cinema narrativo assume un ruolo attivo nella sensibilizzazione del pubblico sulla tematica ecologica. Le sue forme sperimentali si legano all’arte contemporanea sia come linguaggio, sia nella collaborazione diretta con artisti contemporanei, oppure si ricongiungono alla storia del cinema per raccontare fatti del presente. La letteratura scientifica sull’argomento, unita all’analisi dei casi studio, hanno dimostrato che il cinema è parte integrante del processo di comprensione dell’attuale crisi ecologica, oggi affrontata tanto dalle discipline scientifiche quanto da quelle umanistiche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24482