Il presente lavoro di tesi intende esaminare l’esperienza del perdono. A partire dalle riflessioni di Paul Ricoeur sul tema, il perdono verrà presentato come quel dispositivo antropologico tanto dimenticato quanto essenziale per garantire la reale possibilità di una vita libera e positiva anche dinanzi alle sfide dell’esistenza. Lasciandosi interpellare da alcuni dolorosi fenomeni della contemporaneità (il femminicidio, la medicalizzazione degli stadi depressivi e la crescita dell’adesione a movimenti di matrice neofascista) e prestando ascolto ai contributo di numerosi artisti, questo lavoro di ricerca intende considerare attentamente il dramma esistenziale vissuto da molti, con l’intento di illuminarne il senso e una terapia. Attraverso il prezioso dispositivo ermeneutico dell’identità narrativa, fornito sempre dagli studi di Ricoeur, questo fenomeno trova comprensione nelle conseguenze della crisi identitaria dovuta all’imprevisto dell’esperienza della perdita. Ad essa l’umano fatica a rispondere, finendo così per lasciarsi consumare dalla melanconia, invece di intraprendere la faticosa ma liberante strada del lutto. Dinanzi a questo bivio, il perdono emerge come quella risorsa dell’umano che, sola, può sostenere l’identità fragile nella scelta e nella pratica del percorso più esigente. Insieme alle considerazioni più prettamente esistenziali, uno spazio viene dedicato anche ad una critica della sfera politica e culturale, nella misura in cui essa si pone come ostacolo o come sostegno in questa scelta del soggetto.
L'esperienza del perdono in Paul Ricoeur. Riscoprire il dispositivo antropologico del perdono per illuminare un nuovo modo di percorrere il lutto e integrare l’esperienza della perdita.
BOATTO, MARCO
2023/2024
Abstract
Il presente lavoro di tesi intende esaminare l’esperienza del perdono. A partire dalle riflessioni di Paul Ricoeur sul tema, il perdono verrà presentato come quel dispositivo antropologico tanto dimenticato quanto essenziale per garantire la reale possibilità di una vita libera e positiva anche dinanzi alle sfide dell’esistenza. Lasciandosi interpellare da alcuni dolorosi fenomeni della contemporaneità (il femminicidio, la medicalizzazione degli stadi depressivi e la crescita dell’adesione a movimenti di matrice neofascista) e prestando ascolto ai contributo di numerosi artisti, questo lavoro di ricerca intende considerare attentamente il dramma esistenziale vissuto da molti, con l’intento di illuminarne il senso e una terapia. Attraverso il prezioso dispositivo ermeneutico dell’identità narrativa, fornito sempre dagli studi di Ricoeur, questo fenomeno trova comprensione nelle conseguenze della crisi identitaria dovuta all’imprevisto dell’esperienza della perdita. Ad essa l’umano fatica a rispondere, finendo così per lasciarsi consumare dalla melanconia, invece di intraprendere la faticosa ma liberante strada del lutto. Dinanzi a questo bivio, il perdono emerge come quella risorsa dell’umano che, sola, può sostenere l’identità fragile nella scelta e nella pratica del percorso più esigente. Insieme alle considerazioni più prettamente esistenziali, uno spazio viene dedicato anche ad una critica della sfera politica e culturale, nella misura in cui essa si pone come ostacolo o come sostegno in questa scelta del soggetto.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Boatto_976609.pdf
accesso aperto
Dimensione
3 MB
Formato
Adobe PDF
|
3 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14247/24457