Con riferimento alla più recente definizione di “museo” (ICOM, 2022), l’elaborato intende riflettere sul tema dell’accessibilità museale, individuando nell’impegno per la democratizzazione dei contenuti della cultura il motore di una rivoluzione non solo sociale. Ripercorrendo, attraverso l’analisi critica della letteratura di settore e legislativa (Capitolo 1), le fasi che hanno condotto la museologia all’interesse per l’inclusione dei pubblici fragili, la tesi, forte della definizione di “disabilità” formulata dall’OMS nel 2001, mette in luce le criticità di un sistema culturale pensato da e per individui “standard”. Facendo specifico riferimento al pubblico con disabilità visiva, e guardando all’esempio del Museo Tattile Statale Omero (Capitolo 2), l’elaborato vuole presentare l’attenzione alle necessità dei non vedenti quale occasione per un ripensamento del normalizzato approccio puramente visivo all’arte e al sapere, recuperando piuttosto l’origine multisensoriale della conoscenza e riflettendo sui benefici che la tattilità in particolare, inserita in un qualsiasi percorso museale, dimostra di recare al pubblico generico (Capitolo 3). Apportando esempi, nazionali e internazionali, di allestimenti pensati per una visita multisensoriale, il lavoro trascende infine la teoria presentando il risultato della collaborazione con il Museo dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara, sfociata nella progettazione di un percorso di visita inclusive and user oriented (Capitoli 4 e 5).

La multisensorialità come arricchimento inclusivo. Dalle considerazioni sui benefici della tattilità nell’esperienza di visita museale alla progettazione di un percorso user oriented in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.

COMPOSTINI, MARTINA
2023/2024

Abstract

Con riferimento alla più recente definizione di “museo” (ICOM, 2022), l’elaborato intende riflettere sul tema dell’accessibilità museale, individuando nell’impegno per la democratizzazione dei contenuti della cultura il motore di una rivoluzione non solo sociale. Ripercorrendo, attraverso l’analisi critica della letteratura di settore e legislativa (Capitolo 1), le fasi che hanno condotto la museologia all’interesse per l’inclusione dei pubblici fragili, la tesi, forte della definizione di “disabilità” formulata dall’OMS nel 2001, mette in luce le criticità di un sistema culturale pensato da e per individui “standard”. Facendo specifico riferimento al pubblico con disabilità visiva, e guardando all’esempio del Museo Tattile Statale Omero (Capitolo 2), l’elaborato vuole presentare l’attenzione alle necessità dei non vedenti quale occasione per un ripensamento del normalizzato approccio puramente visivo all’arte e al sapere, recuperando piuttosto l’origine multisensoriale della conoscenza e riflettendo sui benefici che la tattilità in particolare, inserita in un qualsiasi percorso museale, dimostra di recare al pubblico generico (Capitolo 3). Apportando esempi, nazionali e internazionali, di allestimenti pensati per una visita multisensoriale, il lavoro trascende infine la teoria presentando il risultato della collaborazione con il Museo dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara, sfociata nella progettazione di un percorso di visita inclusive and user oriented (Capitoli 4 e 5).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/24423