Primo Levi, Kurt Vonnegut e Georges Perec hanno in comune l’esperienza di un vissuto traumatico e la predilizione per una letteratura d’invenzione imparentata con il fantastico. Dunque l’obiettivo dell’elaborato è riconoscere, attraverso l’analisi dei racconti fantascientifici di Levi, W o il ricordo d’infanzia di Perec e Mattatoio n.5 di Vonnegut, l’esistenza di un legame tra il trauma e il genere fantastico, anche se nella sua definizione postmoderna. Anzitutto, nel primo capitolo, si tenta di chiarire la definizione di fantastico, recuperando la funzione sociale teorizzata da Todorov, cioè l’espressione dell’indicibile: la fantasia, in epoca moderna, fungeva da filtro per raccontare ciò che la severa censura morale imponeva di tacere. L’attenuarsi della rigidità morale nel corso del Novecento avrebbe perciò contribuito a sancire la scomparsa del genere fantastico. D’altro canto, Todorov non considera la possibilità di una risemantizzazione della funzione sociale, che invece potrebbe avvenire proprio attraverso il concetto di trauma. Allo stesso modo, l’intero genere, lungi dall’essere scomparso, rinnova le proprie caratteristiche che, nel caso dei tre autori oggetto dell’elaborato, sono quelle dell’epoca postmoderna. I due capitoli successivi sono dedicati alle modalità di rappresentazione ed elaborazione traumatica. Per quanto riguarda la prima, sono stati identificati due strumenti utili a rappresentare il trauma: i personaggi e il tempo. In seguito assumerà una particolare importanza l’esperienza del lettore: l’elaborazione traumatica a cui si fa riferimento riguarda soprattutto l’atto della lettura. Si presterà quindi attenzione al concetto lacaniano di parola piena e all’utilizzo di più prospettive narrative. .
Il fantastico in epoca postmoderna: la rappresentazione e l'elaborazione del trauma in Levi, Vonnegut e Perec
SABOT, LARA
2023/2024
Abstract
Primo Levi, Kurt Vonnegut e Georges Perec hanno in comune l’esperienza di un vissuto traumatico e la predilizione per una letteratura d’invenzione imparentata con il fantastico. Dunque l’obiettivo dell’elaborato è riconoscere, attraverso l’analisi dei racconti fantascientifici di Levi, W o il ricordo d’infanzia di Perec e Mattatoio n.5 di Vonnegut, l’esistenza di un legame tra il trauma e il genere fantastico, anche se nella sua definizione postmoderna. Anzitutto, nel primo capitolo, si tenta di chiarire la definizione di fantastico, recuperando la funzione sociale teorizzata da Todorov, cioè l’espressione dell’indicibile: la fantasia, in epoca moderna, fungeva da filtro per raccontare ciò che la severa censura morale imponeva di tacere. L’attenuarsi della rigidità morale nel corso del Novecento avrebbe perciò contribuito a sancire la scomparsa del genere fantastico. D’altro canto, Todorov non considera la possibilità di una risemantizzazione della funzione sociale, che invece potrebbe avvenire proprio attraverso il concetto di trauma. Allo stesso modo, l’intero genere, lungi dall’essere scomparso, rinnova le proprie caratteristiche che, nel caso dei tre autori oggetto dell’elaborato, sono quelle dell’epoca postmoderna. I due capitoli successivi sono dedicati alle modalità di rappresentazione ed elaborazione traumatica. Per quanto riguarda la prima, sono stati identificati due strumenti utili a rappresentare il trauma: i personaggi e il tempo. In seguito assumerà una particolare importanza l’esperienza del lettore: l’elaborazione traumatica a cui si fa riferimento riguarda soprattutto l’atto della lettura. Si presterà quindi attenzione al concetto lacaniano di parola piena e all’utilizzo di più prospettive narrative. .File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Il fantastico in epoca postmoderna - a.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.27 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.27 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14247/24404