La migrazione rappresenta un fenomeno globale che, sebbene radicato nella storia umana, oggi assume caratteristiche peculiari, coinvolgendo milioni di individui costretti a lasciare i propri Paesi a causa di conflitti, persecuzioni, disastri naturali o instabilità economica. La salute mentale dei migranti, specialmente dei richiedenti asilo e rifugiati, emerge come una questione cruciale e multidimensionale. La presente tesi si propone di analizzare i rischi per la salute mentale dei migranti, esplorare modelli di intervento europei e avanzare una proposta progettuale che miri a migliorare il benessere psicosociale di questa popolazione vulnerabile. Nel primo capitolo, viene delineato il contesto globale delle migrazioni, evidenziando i fattori di rischio per la salute mentale. L'analisi si concentra sulle tre fasi dell'esperienza migratoria: pre-migrazione, migrazione, e post-migrazione. Particolare attenzione è rivolta ai bambini e agli adolescenti, un gruppo particolarmente vulnerabile, che spesso affronta traumi cumulativi durante le fasi cruciali del proprio sviluppo. Il secondo capitolo esplora i modelli di intervento adottati in Finlandia e Austria, due Paesi europei che hanno implementato approcci distintivi alla salute mentale dei migranti. La Finlandia, caratterizzata da una popolazione relativamente piccola e un sistema sociale avanzato, punta sull'integrazione sociale come pilastro per il benessere mentale. L'Austria, dal canto suo, si distingue per l'adozione di un approccio multilivello, che combina interventi psicosociali di base con servizi specialistici per i casi più gravi. L'analisi comparativa mette in luce i punti di forza e le criticità di entrambi i sistemi, offrendo spunti utili per lo sviluppo di nuove strategie. Nel terzo capitolo, l'attenzione si sposta sulla salute mentale dei rifugiati ucraini, un caso di studio emblematico nel contesto europeo contemporaneo. Studi recenti indicano un'alta incidenza di disturbi mentali tra i rifugiati ucraini, aggravata dalla loro riluttanza a cercare aiuto psicologico, spesso dovuta a uno stigma culturale ereditato dal sistema sovietico. Attraverso delle interviste, la tesi evidenzia come il miglioramento dell'accesso ai servizi di salute mentale richieda un cambiamento culturale e l'implementazione di interventi mirati, tra cui l'investimento sulla mediazione linguistica e culturale. Il quarto capitolo offre una sintesi analitica, mettendo in relazione i dati raccolti e le esperienze osservate nei primi tre capitoli. L'obiettivo è quello di identificare linee guida e principi comuni che possano ispirare l'elaborazione di nuovi modelli di intervento. Infine, il quinto capitolo presenta una proposta progettuale, ispirata alle buone pratiche analizzate e adattata al contesto italiano. Il progetto prevede la creazione di un percorso integrato per il supporto psicosociale e linguistico dei migranti, articolato in una serie di interventi volti a favorire l'integrazione sociale. Tra le attività previste vi sono incontri bimensili in luoghi simbolici del territorio, finalizzati a promuovere la conoscenza reciproca e l'apprendimento linguistico, oltre a sessioni di gruppo basate sulla pratica della mindfulness. Il progetto mira inoltre a coinvolgere attivamente i migranti nella costruzione degli incontri, garantendo un approccio partecipativo e inclusivo. In conclusione, la tesi sottolinea l'urgenza di affrontare la salute mentale dei migranti come una priorità nelle politiche pubbliche e nei sistemi di accoglienza. Le esperienze internazionali dimostrano che investire in programmi di prevenzione e intervento non solo migliora il benessere individuale, ma produce anche benefici a lungo termine per le comunità ospitanti. La proposta progettuale avanzata rappresenta un contributo concreto a questo dibattito, offrendo un modello replicabile e adattabile alle specificità di diversi contesti locali.

Migrazioni e salute mentale: rischi, modelli di intervento europei e proposta progettuale

VERONESE, GIORGIA
2023/2024

Abstract

La migrazione rappresenta un fenomeno globale che, sebbene radicato nella storia umana, oggi assume caratteristiche peculiari, coinvolgendo milioni di individui costretti a lasciare i propri Paesi a causa di conflitti, persecuzioni, disastri naturali o instabilità economica. La salute mentale dei migranti, specialmente dei richiedenti asilo e rifugiati, emerge come una questione cruciale e multidimensionale. La presente tesi si propone di analizzare i rischi per la salute mentale dei migranti, esplorare modelli di intervento europei e avanzare una proposta progettuale che miri a migliorare il benessere psicosociale di questa popolazione vulnerabile. Nel primo capitolo, viene delineato il contesto globale delle migrazioni, evidenziando i fattori di rischio per la salute mentale. L'analisi si concentra sulle tre fasi dell'esperienza migratoria: pre-migrazione, migrazione, e post-migrazione. Particolare attenzione è rivolta ai bambini e agli adolescenti, un gruppo particolarmente vulnerabile, che spesso affronta traumi cumulativi durante le fasi cruciali del proprio sviluppo. Il secondo capitolo esplora i modelli di intervento adottati in Finlandia e Austria, due Paesi europei che hanno implementato approcci distintivi alla salute mentale dei migranti. La Finlandia, caratterizzata da una popolazione relativamente piccola e un sistema sociale avanzato, punta sull'integrazione sociale come pilastro per il benessere mentale. L'Austria, dal canto suo, si distingue per l'adozione di un approccio multilivello, che combina interventi psicosociali di base con servizi specialistici per i casi più gravi. L'analisi comparativa mette in luce i punti di forza e le criticità di entrambi i sistemi, offrendo spunti utili per lo sviluppo di nuove strategie. Nel terzo capitolo, l'attenzione si sposta sulla salute mentale dei rifugiati ucraini, un caso di studio emblematico nel contesto europeo contemporaneo. Studi recenti indicano un'alta incidenza di disturbi mentali tra i rifugiati ucraini, aggravata dalla loro riluttanza a cercare aiuto psicologico, spesso dovuta a uno stigma culturale ereditato dal sistema sovietico. Attraverso delle interviste, la tesi evidenzia come il miglioramento dell'accesso ai servizi di salute mentale richieda un cambiamento culturale e l'implementazione di interventi mirati, tra cui l'investimento sulla mediazione linguistica e culturale. Il quarto capitolo offre una sintesi analitica, mettendo in relazione i dati raccolti e le esperienze osservate nei primi tre capitoli. L'obiettivo è quello di identificare linee guida e principi comuni che possano ispirare l'elaborazione di nuovi modelli di intervento. Infine, il quinto capitolo presenta una proposta progettuale, ispirata alle buone pratiche analizzate e adattata al contesto italiano. Il progetto prevede la creazione di un percorso integrato per il supporto psicosociale e linguistico dei migranti, articolato in una serie di interventi volti a favorire l'integrazione sociale. Tra le attività previste vi sono incontri bimensili in luoghi simbolici del territorio, finalizzati a promuovere la conoscenza reciproca e l'apprendimento linguistico, oltre a sessioni di gruppo basate sulla pratica della mindfulness. Il progetto mira inoltre a coinvolgere attivamente i migranti nella costruzione degli incontri, garantendo un approccio partecipativo e inclusivo. In conclusione, la tesi sottolinea l'urgenza di affrontare la salute mentale dei migranti come una priorità nelle politiche pubbliche e nei sistemi di accoglienza. Le esperienze internazionali dimostrano che investire in programmi di prevenzione e intervento non solo migliora il benessere individuale, ma produce anche benefici a lungo termine per le comunità ospitanti. La proposta progettuale avanzata rappresenta un contributo concreto a questo dibattito, offrendo un modello replicabile e adattabile alle specificità di diversi contesti locali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/24354