L’obiettivo della tesi risiede nell’esaminare la definizione e la tutela dell'artigianato artistico e tradizionale nel diritto internazionale, europeo, italiano e francese, mettendole in relazione con l’utilizzo che delle pratiche artigianali viene fatto in attività di inclusione sociale, in particolare quelle rivolte all’integrazione lavorativa di rifugiati e immigrati. Vengono dunque presentati gli strumenti che compongono il quadro giuridico di riferimento per quanto riguarda l’artigianato artistico e tradizionale, i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo, la protezione riservata ai migranti forzati e l’immigrazione per motivi di lavoro. Si argomenta poi che le pratiche artigianali, per le specificità che le configurano come una categoria del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, si dimostrino un valido strumento in progetti di inclusione sociale. La ricerca procede pertanto a vagliare come tale complesso di valenze culturali prenda articolazione entro i recenti strumenti di salvaguardia del patrimonio culturale quali le Convenzioni UNESCO del 2003 e del 2005, la Convenzione quadro di Faro e nei programmi culturali dell’Unione europea e nella recentissima legge sull’artigianato della Regione Veneto, messa a confronto con la normativa francese sui métiers d’art. Dopodiché, la ricerca si concentra sulle pratiche di integrazione di rifugiati e immigrati nell’Unione europea e come queste si incontrino e incrocino con le pratiche di valorizzazione del patrimonio culturale. Infine, viene analizzato il caso dell’associazione parigina La Fabrique Nomade, che si occupa di inserimento professionale per rifugiati artigiani.

L'ARTIGIANATO ARTISTICO E TRADIZIONALE COME PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE E UN SUO POSSIBILE RUOLO NELL’INCLUSIONE SOCIALE: IL CASO DELLA FABRIQUE NOMADE E GLI ARTIGIANI MIGRANTI

Clagnan, Elena
2019/2020

Abstract

L’obiettivo della tesi risiede nell’esaminare la definizione e la tutela dell'artigianato artistico e tradizionale nel diritto internazionale, europeo, italiano e francese, mettendole in relazione con l’utilizzo che delle pratiche artigianali viene fatto in attività di inclusione sociale, in particolare quelle rivolte all’integrazione lavorativa di rifugiati e immigrati. Vengono dunque presentati gli strumenti che compongono il quadro giuridico di riferimento per quanto riguarda l’artigianato artistico e tradizionale, i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo, la protezione riservata ai migranti forzati e l’immigrazione per motivi di lavoro. Si argomenta poi che le pratiche artigianali, per le specificità che le configurano come una categoria del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, si dimostrino un valido strumento in progetti di inclusione sociale. La ricerca procede pertanto a vagliare come tale complesso di valenze culturali prenda articolazione entro i recenti strumenti di salvaguardia del patrimonio culturale quali le Convenzioni UNESCO del 2003 e del 2005, la Convenzione quadro di Faro e nei programmi culturali dell’Unione europea e nella recentissima legge sull’artigianato della Regione Veneto, messa a confronto con la normativa francese sui métiers d’art. Dopodiché, la ricerca si concentra sulle pratiche di integrazione di rifugiati e immigrati nell’Unione europea e come queste si incontrino e incrocino con le pratiche di valorizzazione del patrimonio culturale. Infine, viene analizzato il caso dell’associazione parigina La Fabrique Nomade, che si occupa di inserimento professionale per rifugiati artigiani.
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