Quirino De Giorgio è stato uno degli architetti più rilevanti all’interno della città e della provincia di Padova nel periodo circoscritto tra le due guerre. Nello specifico, fu tra il 1936 e il 1940 che egli contribuì allo sviluppo di un ambizioso programma politico, architettonico ed urbanistico che, promosso dalla federazione dei fasci di combattimento locale, mirava a definire l’immagine del nuovo fascismo patavino. In riferimento a questo, la tesi, pur affrontando quello che fu il coinvolgimento dell’architetto all’interno del Movimento Futurista durante i primi anni Trenta, e la seguente fase razionalista legata ai risvolti di ambito internazionale, mira ad evidenziare i caratteri più innovativi e singolari elaborati nel periodo imminente allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Infatti, fu in questo preciso periodo che l’architetto definì numerose opere edilizie, tra cui: nuove Case del Fascio, Gruppi rionali, borghi rurali, architetture monumentali e luoghi per lo spettacolo. Si tratta di tipologie di progetti tra loro differenti, ma pur sempre connotati da un medesimo linguaggio estetico che, debitore delle esperienze passate, fu chiamato a sintetizzare in sé due concetti fondamentali : quello di mediterraneità e di italianità. Questi aspetti diverranno il fondamento della ricerca architettonica di De Giorgio, permettendogli di definire una precisa linea stilistica che, seppur radicata nel contesto contemporaneo, si è rivelata in grado di richiamare ai valori tradizionali della nazione italiana. A partire da tali considerazioni, la volontà è stata anche quella di indagare il complesso rapporto instauratosi tra committenza fascista e architettura degiorgiana, con l’obiettivo di analizzare gli aspetti più innovativi del suo lavoro, attraverso il quale egli riuscì a trasmettere il carattere classicista ispirato al modello della Roma Antica che, a seguito della proclamazione dell'impero, divenne il riferimento principale nell’Italia Mussolini. In sostanza, attraverso la ricerca d’archivio, la visione delle opere ancora esistenti e lo studio dei precedenti lavori storiografici si è cercato di evidenziare quello che è stato il contributo dell’architetto nel contesto padovano di quegli anni, cercando inoltre di mettere in luce quella che fu la sua personale capacità nel tradurre sotto forma di architettura le esigenze dello Stato totalitario.

Il fondamento classicista nell'architettura di Quirino De Giorgio: analisi sui progetti del ventennio fascista

PIGOZZO, ELENA
2023/2024

Abstract

Quirino De Giorgio è stato uno degli architetti più rilevanti all’interno della città e della provincia di Padova nel periodo circoscritto tra le due guerre. Nello specifico, fu tra il 1936 e il 1940 che egli contribuì allo sviluppo di un ambizioso programma politico, architettonico ed urbanistico che, promosso dalla federazione dei fasci di combattimento locale, mirava a definire l’immagine del nuovo fascismo patavino. In riferimento a questo, la tesi, pur affrontando quello che fu il coinvolgimento dell’architetto all’interno del Movimento Futurista durante i primi anni Trenta, e la seguente fase razionalista legata ai risvolti di ambito internazionale, mira ad evidenziare i caratteri più innovativi e singolari elaborati nel periodo imminente allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Infatti, fu in questo preciso periodo che l’architetto definì numerose opere edilizie, tra cui: nuove Case del Fascio, Gruppi rionali, borghi rurali, architetture monumentali e luoghi per lo spettacolo. Si tratta di tipologie di progetti tra loro differenti, ma pur sempre connotati da un medesimo linguaggio estetico che, debitore delle esperienze passate, fu chiamato a sintetizzare in sé due concetti fondamentali : quello di mediterraneità e di italianità. Questi aspetti diverranno il fondamento della ricerca architettonica di De Giorgio, permettendogli di definire una precisa linea stilistica che, seppur radicata nel contesto contemporaneo, si è rivelata in grado di richiamare ai valori tradizionali della nazione italiana. A partire da tali considerazioni, la volontà è stata anche quella di indagare il complesso rapporto instauratosi tra committenza fascista e architettura degiorgiana, con l’obiettivo di analizzare gli aspetti più innovativi del suo lavoro, attraverso il quale egli riuscì a trasmettere il carattere classicista ispirato al modello della Roma Antica che, a seguito della proclamazione dell'impero, divenne il riferimento principale nell’Italia Mussolini. In sostanza, attraverso la ricerca d’archivio, la visione delle opere ancora esistenti e lo studio dei precedenti lavori storiografici si è cercato di evidenziare quello che è stato il contributo dell’architetto nel contesto padovano di quegli anni, cercando inoltre di mettere in luce quella che fu la sua personale capacità nel tradurre sotto forma di architettura le esigenze dello Stato totalitario.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/24163