La presente ricerca ha come oggetto di studio l’emanazione delle Leges Iuliae a tutela del matrimonio e della famiglia, promulgate da Augusto a seguito dell’instaurazione del principato e parte di un programma di moralizzazione dei costumi. Dopo una prima sezione introduttiva riguardante la restaurazione dello Stato attuata dal princeps, l’analisi si focalizzerà in particolare sulla riorganizzazione della classe dirigente e sul recupero degli antichi valori che avevano contraddistinto la nobilitas senatoria nel corso dell’età repubblicana, ma che erano stati eclissati nel periodo delle guerre civili, e nell’ambito dei quali i legami di sangue rivestivano un ruolo di fondamentale importanza. In seguito, si esaminerà la genesi dei provvedimenti in oggetto, a partire dalle prime iniziative del 28 a.C. per giungere poi all’approvazione della Lex Iulia de maritandis ordinibus e della Lex Iulia de adulteriis coercendis, emanate tra il 18 e il 16 a.C. e successivamente, nel 9 d.C., della Lex Papia Poppaea. Questi interventi legislativi saranno analizzati nel dettaglio attraverso le testimonianze storiografiche e letterarie. Tali leggi imponevano ai cittadini romani il matrimonio e la tutela della famiglia. Ma il risultato non poteva essere affidato solo al diritto; Augusto comprese di dover intervenire anche nella mentalità dei cittadini romani. Per questo si prenderà in considerazione anche l’elemento delle leggende di età fondativa che, tramite i consueti interventi di rielaborazione del lontano passato, crearono dei modelli per il matrimonio e in particolare per la funzione di questo come contesto della procreazione, funzionale alla fusione di diverse componenti della società. Augusto infatti rivitalizzava il matrimonio e la famiglia non solo per garantire gli equilibri sociali attraverso una correzione dei costumi, ma anche per un progetto politico più ampio, ossia l’integrazione degli homines novi all’interno della classe dirigente augustea. Per questo la ricerca proseguirà poi con l’esame di alcuni casi di studio specifici riguardanti alcuni individui che usufruirono del matrimonio come strategia politica per ottenere una promozione di tipo sociale.
Le Leges Iuliae a tutela della famiglia: il recupero degli antiqui mores per costruire la classe dirigente augustea.
Segafreddo, Serena
2024/2025
Abstract
La presente ricerca ha come oggetto di studio l’emanazione delle Leges Iuliae a tutela del matrimonio e della famiglia, promulgate da Augusto a seguito dell’instaurazione del principato e parte di un programma di moralizzazione dei costumi. Dopo una prima sezione introduttiva riguardante la restaurazione dello Stato attuata dal princeps, l’analisi si focalizzerà in particolare sulla riorganizzazione della classe dirigente e sul recupero degli antichi valori che avevano contraddistinto la nobilitas senatoria nel corso dell’età repubblicana, ma che erano stati eclissati nel periodo delle guerre civili, e nell’ambito dei quali i legami di sangue rivestivano un ruolo di fondamentale importanza. In seguito, si esaminerà la genesi dei provvedimenti in oggetto, a partire dalle prime iniziative del 28 a.C. per giungere poi all’approvazione della Lex Iulia de maritandis ordinibus e della Lex Iulia de adulteriis coercendis, emanate tra il 18 e il 16 a.C. e successivamente, nel 9 d.C., della Lex Papia Poppaea. Questi interventi legislativi saranno analizzati nel dettaglio attraverso le testimonianze storiografiche e letterarie. Tali leggi imponevano ai cittadini romani il matrimonio e la tutela della famiglia. Ma il risultato non poteva essere affidato solo al diritto; Augusto comprese di dover intervenire anche nella mentalità dei cittadini romani. Per questo si prenderà in considerazione anche l’elemento delle leggende di età fondativa che, tramite i consueti interventi di rielaborazione del lontano passato, crearono dei modelli per il matrimonio e in particolare per la funzione di questo come contesto della procreazione, funzionale alla fusione di diverse componenti della società. Augusto infatti rivitalizzava il matrimonio e la famiglia non solo per garantire gli equilibri sociali attraverso una correzione dei costumi, ma anche per un progetto politico più ampio, ossia l’integrazione degli homines novi all’interno della classe dirigente augustea. Per questo la ricerca proseguirà poi con l’esame di alcuni casi di studio specifici riguardanti alcuni individui che usufruirono del matrimonio come strategia politica per ottenere una promozione di tipo sociale.File | Dimensione | Formato | |
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