Questa tesi ha l’obiettivo di esporre le tappe fondamentali di un approccio multisensoriale inclusivo nell’ambito dell’istituzione museale. A partire dal collezionismo per giungere all’allestimento e all’esposizione contemporanea verranno approfondite metodologie innovative, a cominciare dal caso studio del Metropolitan Museum di New York e di alcune significative opere multisensoriali, tra pittura e performance. Tra queste, verrà data particolare attenzione al lavoro di Anicka Yi e alle sue installazioni o ambienti immersivi che ridefiniscono, ogni volta in modo diverso, il rapporto tra natura e cultura. Si affronterà successivamente la doppia prospettiva del coinvolgimento sia di un pubblico cieco/ipovedente, sia di un artista disabile, soffermandosi sul confronto tra due casi studio: la mostra Doppio senso alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e la mostra Far sentire l’arte a Palazzo Ghisi di Lodi. Entrambe mettono in evidenza un concetto chiave per la tesi: l’inclusività non riguarda esclusivamente le persone ipodotate, ma offre nuove opportunità sensoriali e conoscitive a tutti i visitatori, soprattutto quando l’artista stesso è portatore di disabilità, come verrà dimostrato tramite alcuni esempi.

La multisensorialità come metodo: percorsi museali inclusivi e accessibili

Mazzon, Asia
2024/2025

Abstract

Questa tesi ha l’obiettivo di esporre le tappe fondamentali di un approccio multisensoriale inclusivo nell’ambito dell’istituzione museale. A partire dal collezionismo per giungere all’allestimento e all’esposizione contemporanea verranno approfondite metodologie innovative, a cominciare dal caso studio del Metropolitan Museum di New York e di alcune significative opere multisensoriali, tra pittura e performance. Tra queste, verrà data particolare attenzione al lavoro di Anicka Yi e alle sue installazioni o ambienti immersivi che ridefiniscono, ogni volta in modo diverso, il rapporto tra natura e cultura. Si affronterà successivamente la doppia prospettiva del coinvolgimento sia di un pubblico cieco/ipovedente, sia di un artista disabile, soffermandosi sul confronto tra due casi studio: la mostra Doppio senso alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e la mostra Far sentire l’arte a Palazzo Ghisi di Lodi. Entrambe mettono in evidenza un concetto chiave per la tesi: l’inclusività non riguarda esclusivamente le persone ipodotate, ma offre nuove opportunità sensoriali e conoscitive a tutti i visitatori, soprattutto quando l’artista stesso è portatore di disabilità, come verrà dimostrato tramite alcuni esempi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/23809