L’obbiettivo di questa tesi è la rivalutazione del manoscritto Raccolta delle inscritioni, redatto a partire dal 1643 dal conte vicentino Girolamo di Emilio Gualdo (1599-1656), per i contributi che esso può fornire alla storiografia artistica. Il testo è stato generalmente considerato dalla storiografia contemporanea come un inventario della raccolta ospitata nel Palazzo Gualdo di borgo Pusterla (Vicenza) alla metà del Seicento, ed è stato utilizzato dagli studiosi per colmare alcune lacune presenti nel più noto 1650. Giardino di Chà Gualdo (pubblicato nel 1972 da Lionello Puppi). Dopo aver fornito i dati biografici dei principali attori coinvolti nella creazione della raccolta e aver descritto il contesto architettonico in cui essa era collocata, l’analisi si è concentrata sul manoscritto. Attraverso l’esame degli aspetti formali e contenutistici dell’opera, avendo individuato gli elementi che ne dimostrano la natura non inventariale, si è proceduto ad utilizzare questa fonte come testimonianza relativa alle pratiche sociali documentate attorno alla raccolta e ai suoi ambienti. Le analisi condotte hanno permesso di rilevare alcuni aspetti precedentemente trascurati nello studio della raccolta e dei beni mobili posseduti dai Gualdo di Pusterla alla metà del Seicento.

La Raccolta delle inscritioni di Girolamo Gualdo: rivalutazione di una fonte seicentesca

Campagnaro, Martina
2024/2025

Abstract

L’obbiettivo di questa tesi è la rivalutazione del manoscritto Raccolta delle inscritioni, redatto a partire dal 1643 dal conte vicentino Girolamo di Emilio Gualdo (1599-1656), per i contributi che esso può fornire alla storiografia artistica. Il testo è stato generalmente considerato dalla storiografia contemporanea come un inventario della raccolta ospitata nel Palazzo Gualdo di borgo Pusterla (Vicenza) alla metà del Seicento, ed è stato utilizzato dagli studiosi per colmare alcune lacune presenti nel più noto 1650. Giardino di Chà Gualdo (pubblicato nel 1972 da Lionello Puppi). Dopo aver fornito i dati biografici dei principali attori coinvolti nella creazione della raccolta e aver descritto il contesto architettonico in cui essa era collocata, l’analisi si è concentrata sul manoscritto. Attraverso l’esame degli aspetti formali e contenutistici dell’opera, avendo individuato gli elementi che ne dimostrano la natura non inventariale, si è proceduto ad utilizzare questa fonte come testimonianza relativa alle pratiche sociali documentate attorno alla raccolta e ai suoi ambienti. Le analisi condotte hanno permesso di rilevare alcuni aspetti precedentemente trascurati nello studio della raccolta e dei beni mobili posseduti dai Gualdo di Pusterla alla metà del Seicento.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
867755-1284434.pdf

accesso aperto

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 3.76 MB
Formato Adobe PDF
3.76 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/23762