Per riuscire a guardare fino in fondo la realtà, occorre liberarsi dagli schemi precostituiti della percezione e della tradizione, che impediscono la meraviglia di fronte all’apparire del mondo. Risulta necessario attuare una purificazione dello sguardo autentico, il quale si relaziona ad una coerenza armonica interna al soggetto: qui, la ricerca della leggerezza e della trasparenza ritorna ad essere uno dei tentativi dell’uomo di superare i limiti della propria condizione preconcettuale. A far la differenza è la nuova concezione della struttura dell’anima, intesa come interiorità oggettiva. Per Agostino l’uomo deve distogliersi dall’esperienza esteriore a favore di quella interiore, per far emergere una vera e propria cattedrale dell’io, intesa come alcunché di sacro. Una tale esperienza interna, può risultare analoga rispetto la vertigine che l’io prova di fronte al sublime: fare esperienza del sublime è fare esperienza dell’infinito trascendentale, in quanto entrambi non hanno immediatamente un volto. La corrente dell’espressionismo dà voce all’interiorità e ammette la necessità per l’uomo di entrare in relazione con le emozioni assolute, perdendo se stesso. Agostino pensa all’interiorità come ciò che conduce a Dio; Barnett Newman parla dell’elevazione dell’opera d’arte a partire dall’interiorità: entrambi enfatizzano l’edificazione interiore, scoprendone la sacralità. Una tale ricerca estetica, diventa etica, in quanto emerge il tentativo di riconoscere il volto dell’interiorità.

Ricerca della “insostenibile leggerezza” nell’edificazione dell’interiorità. Un percorso interiore tra Agostino e Barnett Newman

Marcolongo, Sara
2024/2025

Abstract

Per riuscire a guardare fino in fondo la realtà, occorre liberarsi dagli schemi precostituiti della percezione e della tradizione, che impediscono la meraviglia di fronte all’apparire del mondo. Risulta necessario attuare una purificazione dello sguardo autentico, il quale si relaziona ad una coerenza armonica interna al soggetto: qui, la ricerca della leggerezza e della trasparenza ritorna ad essere uno dei tentativi dell’uomo di superare i limiti della propria condizione preconcettuale. A far la differenza è la nuova concezione della struttura dell’anima, intesa come interiorità oggettiva. Per Agostino l’uomo deve distogliersi dall’esperienza esteriore a favore di quella interiore, per far emergere una vera e propria cattedrale dell’io, intesa come alcunché di sacro. Una tale esperienza interna, può risultare analoga rispetto la vertigine che l’io prova di fronte al sublime: fare esperienza del sublime è fare esperienza dell’infinito trascendentale, in quanto entrambi non hanno immediatamente un volto. La corrente dell’espressionismo dà voce all’interiorità e ammette la necessità per l’uomo di entrare in relazione con le emozioni assolute, perdendo se stesso. Agostino pensa all’interiorità come ciò che conduce a Dio; Barnett Newman parla dell’elevazione dell’opera d’arte a partire dall’interiorità: entrambi enfatizzano l’edificazione interiore, scoprendone la sacralità. Una tale ricerca estetica, diventa etica, in quanto emerge il tentativo di riconoscere il volto dell’interiorità.
2024-10-29
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/23725