La tesi presenta l’opera di Hermann Nitsch, esponente dell’Azionismo Viennese, approfondendo in particolare la sua relazione con Napoli, dove, nel 2008, è nato un Museo-Archivio-Laboratorio a lui dedicato, per iniziativa del gallerista Peppe Morra. Nella Vienna conservatrice degli anni ’50-’60 del XX secolo, Nitsch fa scalpore, nel suo ruolo di pioniere della Performance Art e più nello specifico della Body Art, con quella che definisce una «liturgia dipinta». Nel Teatro delle Orge e dei Misteri, fondato da Nitsch alla fine degli anni ’50 e fortemente influenzato anche dalle sperimentazioni di Antonin Artaud, Julian Beck, Judith Malina e Jerzy Grotowski, impiega piviali e strumenti di varia natura, successivamente musealizzati come “relitti”, in quanto resti performativi delle Azioni svolte e al tempo stesso opere d’arte autonome. In particolare la tesi analizza, attraverso le elaborazioni teoriche di René Girard, il ricorso a una violenza estetizzata nelle Azioni del Teatro delle Orge e dei Misteri e propone un’indagine del rapporto dell’artista con Napoli, a partire dallo studio della dimensione antropologica della città, teatro di un’autentica «microfisica della santità», che si serve della collettività come materia prima. Questa ampia contestualizzazione è funzionale alla ricognizione e all’analisi delle Azioni napoletane che Nitsch ha realizzato tra il 1974 e il 2020.

Performance, teatro, rito: Hermann Nitsch e Napoli

Teggi, Matilde
2020/2021

Abstract

La tesi presenta l’opera di Hermann Nitsch, esponente dell’Azionismo Viennese, approfondendo in particolare la sua relazione con Napoli, dove, nel 2008, è nato un Museo-Archivio-Laboratorio a lui dedicato, per iniziativa del gallerista Peppe Morra. Nella Vienna conservatrice degli anni ’50-’60 del XX secolo, Nitsch fa scalpore, nel suo ruolo di pioniere della Performance Art e più nello specifico della Body Art, con quella che definisce una «liturgia dipinta». Nel Teatro delle Orge e dei Misteri, fondato da Nitsch alla fine degli anni ’50 e fortemente influenzato anche dalle sperimentazioni di Antonin Artaud, Julian Beck, Judith Malina e Jerzy Grotowski, impiega piviali e strumenti di varia natura, successivamente musealizzati come “relitti”, in quanto resti performativi delle Azioni svolte e al tempo stesso opere d’arte autonome. In particolare la tesi analizza, attraverso le elaborazioni teoriche di René Girard, il ricorso a una violenza estetizzata nelle Azioni del Teatro delle Orge e dei Misteri e propone un’indagine del rapporto dell’artista con Napoli, a partire dallo studio della dimensione antropologica della città, teatro di un’autentica «microfisica della santità», che si serve della collettività come materia prima. Questa ampia contestualizzazione è funzionale alla ricognizione e all’analisi delle Azioni napoletane che Nitsch ha realizzato tra il 1974 e il 2020.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/2335