A partire dalla revisione delle fonti documentarie e della storiografia che raccontano, seppur parzialmente, la vita di Lazzaro Bastiani, questa ricerca intende di ricostruire le vicende storico-artistiche del grande dipinto su tavola con Santa Veneranda in trono e altre sante, realizzato dal pittore verso la fine del XV secolo per la soppressa chiesa del Corpus Domini di Venezia e oggi conservato presso le Gallerie dell’Accademia. Lo studio dettagliato della bibliografia è stata accompagnato da un’attenta ricerca d’archivio per raccogliere dati utili sulla possibile committenza e restituire un’ipotesi del contesto in cui l’opera ha trovato la sua collocazione originaria. Sono state inoltre ripercorse la storia critica e materiale che ha interessato il dipinto per valutarne la percezione nel corso del tempo e identificarne i soggetti raffigurati. Il lavoro non ha tralasciato neppure la storia del monastero di clausura femminile a cui la chiesa era annessa, centro della riforma osservante del Secondo Ordine domenicano e casa per molte donne che qui trovarono conforto e protezione, nonché paradossalmente autonomia e libertà rispetto alle rigide gerarchie della società dell’epoca.

Storie e identità: Lazzaro Bastiani e il caso della pala di Santa Veneranda per la chiesa del Corpus Domini di Venezia

Fattore, Camilla
2024/2025

Abstract

A partire dalla revisione delle fonti documentarie e della storiografia che raccontano, seppur parzialmente, la vita di Lazzaro Bastiani, questa ricerca intende di ricostruire le vicende storico-artistiche del grande dipinto su tavola con Santa Veneranda in trono e altre sante, realizzato dal pittore verso la fine del XV secolo per la soppressa chiesa del Corpus Domini di Venezia e oggi conservato presso le Gallerie dell’Accademia. Lo studio dettagliato della bibliografia è stata accompagnato da un’attenta ricerca d’archivio per raccogliere dati utili sulla possibile committenza e restituire un’ipotesi del contesto in cui l’opera ha trovato la sua collocazione originaria. Sono state inoltre ripercorse la storia critica e materiale che ha interessato il dipinto per valutarne la percezione nel corso del tempo e identificarne i soggetti raffigurati. Il lavoro non ha tralasciato neppure la storia del monastero di clausura femminile a cui la chiesa era annessa, centro della riforma osservante del Secondo Ordine domenicano e casa per molte donne che qui trovarono conforto e protezione, nonché paradossalmente autonomia e libertà rispetto alle rigide gerarchie della società dell’epoca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/23296