Leonardo Sciascia rivisitò il poliziesco tradizionale inaugurando una politicizzazione del genere. La tesi mira ad analizzare i problemi politici sollevati dall’autore nei suoi romanzi più significativi: Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Contesto e Una storia semplice. Si porrà dunque l’attenzione sulla ricerca della giustizia attraverso una detection che non porterà mai il detective al raggiungimento della verità, né a un ristabilimento dell’ordine minato o a una punizione del colpevole. Nel primo capitolo si farà riferimento al quadro storico in cui si colloca l’attività di Sciascia. La seconda sequenza si focalizzerà sull’impegno dello scrittore a sviscerare gli aspetti più oscuri dell’identità siciliana attraverso l’analisi saggistica con la quale Sciascia adempirà al compito di ricostruzione storica, imprescindibile alla comprensione e all’interpretazione di qualsiasi fenomeno. Si approfondiranno gli aspetti presenti in Le Parrocchie di Regalpetra, saggio che compendia i temi principali delle composizioni successive: l’ingiustizia, la criminalità, il disagio di rappresentare lo Stato in una realtà in cui è assente e quindi la decadenza etica, religiosa, oltre che politica. Si proseguirà poi con l’analisi de L’antimonio, opera ambientata durante il Fascismo che porta il lettore a riflettere sia sulla realtà, spesso non corrispondente all’immagine che la politica trasmette, sia su una “sicilianità” estesa addirittura oltre i confini nazionali ed evidenziata nell’immagine di un dramma condiviso con la Spagna. Si farà luce sulla scelta di un genere, tradizionalmente destinato al puro intrattenimento, come strumento di denuncia e di indagine sociale e politica attraverso la comparazione de Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Il contesto, Una storia semplice. Sciascia associa la scrittura al piacere e al contempo al dovere, affida la parola all’istanza di verità ed evidenzia le contraddizioni della realtà. Il giallo è ciò che più si avvicina all’idea di scrittura come attività di svago, ma si discosta troppo dall’indagine a cui deve mirare la letteratura. Dopo aver attestato l’esistenza del fenomeno nei primi saggi, era necessario sensibilizzare la collettività, dimostrando che la colpevolezza risiedeva anche nell’omertà. Per questo, se da un lato lo scrittore acquisisce alcuni aspetti del giallo tradizionale, dall’altro se ne allontana profondamente. Quindi si approfondiranno le particolarità dei romanzi di Sciascia, riflettendo sia sugli aspetti politici che la detection porta alla luce, sia sull’assenza di conclusione che caratterizza gli intrecci dell’autore. Il quarto e ultimo capitolo rifletterà sull’attualità del tema trattato dal maestro di Racalmuto, nonostante sia approfondito con modalità totalmente diverse in Saviano. La differenza dell’approccio dei due autori è da connettere alle diverse epoche in cui si trovano a dover denunciare il fenomeno: negli anni di Sciascia non si riconosceva nemmeno l’esistenza, quando Saviano scrive Gomorra la criminalità organizzata aveva già assunto dimensioni nazionali e internazionali. Si farà luce infine sul concetto di verità su cui Saviano fonda la propria testimonianza, che si pone in direzione opposta rispetto a quella di Pier Paolo Pasolini.
Il poliziesco in Leonardo Sciascia La detection come strumento di indagine politica e sociale
Piscitelli, Carla
2024/2025
Abstract
Leonardo Sciascia rivisitò il poliziesco tradizionale inaugurando una politicizzazione del genere. La tesi mira ad analizzare i problemi politici sollevati dall’autore nei suoi romanzi più significativi: Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Contesto e Una storia semplice. Si porrà dunque l’attenzione sulla ricerca della giustizia attraverso una detection che non porterà mai il detective al raggiungimento della verità, né a un ristabilimento dell’ordine minato o a una punizione del colpevole. Nel primo capitolo si farà riferimento al quadro storico in cui si colloca l’attività di Sciascia. La seconda sequenza si focalizzerà sull’impegno dello scrittore a sviscerare gli aspetti più oscuri dell’identità siciliana attraverso l’analisi saggistica con la quale Sciascia adempirà al compito di ricostruzione storica, imprescindibile alla comprensione e all’interpretazione di qualsiasi fenomeno. Si approfondiranno gli aspetti presenti in Le Parrocchie di Regalpetra, saggio che compendia i temi principali delle composizioni successive: l’ingiustizia, la criminalità, il disagio di rappresentare lo Stato in una realtà in cui è assente e quindi la decadenza etica, religiosa, oltre che politica. Si proseguirà poi con l’analisi de L’antimonio, opera ambientata durante il Fascismo che porta il lettore a riflettere sia sulla realtà, spesso non corrispondente all’immagine che la politica trasmette, sia su una “sicilianità” estesa addirittura oltre i confini nazionali ed evidenziata nell’immagine di un dramma condiviso con la Spagna. Si farà luce sulla scelta di un genere, tradizionalmente destinato al puro intrattenimento, come strumento di denuncia e di indagine sociale e politica attraverso la comparazione de Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Il contesto, Una storia semplice. Sciascia associa la scrittura al piacere e al contempo al dovere, affida la parola all’istanza di verità ed evidenzia le contraddizioni della realtà. Il giallo è ciò che più si avvicina all’idea di scrittura come attività di svago, ma si discosta troppo dall’indagine a cui deve mirare la letteratura. Dopo aver attestato l’esistenza del fenomeno nei primi saggi, era necessario sensibilizzare la collettività, dimostrando che la colpevolezza risiedeva anche nell’omertà. Per questo, se da un lato lo scrittore acquisisce alcuni aspetti del giallo tradizionale, dall’altro se ne allontana profondamente. Quindi si approfondiranno le particolarità dei romanzi di Sciascia, riflettendo sia sugli aspetti politici che la detection porta alla luce, sia sull’assenza di conclusione che caratterizza gli intrecci dell’autore. Il quarto e ultimo capitolo rifletterà sull’attualità del tema trattato dal maestro di Racalmuto, nonostante sia approfondito con modalità totalmente diverse in Saviano. La differenza dell’approccio dei due autori è da connettere alle diverse epoche in cui si trovano a dover denunciare il fenomeno: negli anni di Sciascia non si riconosceva nemmeno l’esistenza, quando Saviano scrive Gomorra la criminalità organizzata aveva già assunto dimensioni nazionali e internazionali. Si farà luce infine sul concetto di verità su cui Saviano fonda la propria testimonianza, che si pone in direzione opposta rispetto a quella di Pier Paolo Pasolini.File | Dimensione | Formato | |
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