L'elaborato consiste nella compilazione di un corpus epigrafico delle manifestazioni grafiche, ad oggi inedite, realizzate dai prigionieri del carcere dell'Inquisizione nelle celle del primo piano di Palazzo Steri (Palermo). L’indagine autoptica di tutte le iscrizioni estemporanee ha permesso di riconoscere, nei cosiddetti “graffiti”, elementi rilevanti ai fini della datazione, dell’attribuzione e dell’indagine storica dei personaggi e dei fatti legati al funzionamento del tribunale del Santo Uffizio nei decenni centrali del XVII secolo. Il corpus è stato realizzato in forma catalogica secondo le norme adottate dal corpus delle Inscriptiones Medii Aevi Italiae (IMAI). Il lavoro compilativo è affiancato da una riflessione metodologica, resa necessaria dalla carenza di letteratura sull’epigrafia moderna. Con la rivoluzione gutemberghiana, la scrittura passa gradualmente da normalizzata a cotidiana, rendendo necessario un approccio inevitabilmente diverso. Il lavoro di analisi ha poi riguardato un focus specifico: la varietà di registri consente infatti uno studio mirato sul plurilinguismo di queste pareti, indagato secondo due diverse discipline. Da un lato l’approccio epigrafico, che ha inteso verificare possibili corrispondenze tra tipologie scrittorie e lingue usate; dall’altro quello linguistico-letterario, atto a studiare il grado di sovrapposizione dei diversi registri all’interno di un preciso dominio grafico individuato nelle celle 1 e 3.
Voci dal foro interno. Manifestazioni grafiche nelle celle di Palazzo Steri (Palermo).
Basilico', Anna Clara
2019/2020
Abstract
L'elaborato consiste nella compilazione di un corpus epigrafico delle manifestazioni grafiche, ad oggi inedite, realizzate dai prigionieri del carcere dell'Inquisizione nelle celle del primo piano di Palazzo Steri (Palermo). L’indagine autoptica di tutte le iscrizioni estemporanee ha permesso di riconoscere, nei cosiddetti “graffiti”, elementi rilevanti ai fini della datazione, dell’attribuzione e dell’indagine storica dei personaggi e dei fatti legati al funzionamento del tribunale del Santo Uffizio nei decenni centrali del XVII secolo. Il corpus è stato realizzato in forma catalogica secondo le norme adottate dal corpus delle Inscriptiones Medii Aevi Italiae (IMAI). Il lavoro compilativo è affiancato da una riflessione metodologica, resa necessaria dalla carenza di letteratura sull’epigrafia moderna. Con la rivoluzione gutemberghiana, la scrittura passa gradualmente da normalizzata a cotidiana, rendendo necessario un approccio inevitabilmente diverso. Il lavoro di analisi ha poi riguardato un focus specifico: la varietà di registri consente infatti uno studio mirato sul plurilinguismo di queste pareti, indagato secondo due diverse discipline. Da un lato l’approccio epigrafico, che ha inteso verificare possibili corrispondenze tra tipologie scrittorie e lingue usate; dall’altro quello linguistico-letterario, atto a studiare il grado di sovrapposizione dei diversi registri all’interno di un preciso dominio grafico individuato nelle celle 1 e 3.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/22816