Questo lavoro di tesi si propone di affrontare lo studio della reattività e delle interazioni che avvengono tra i materiali utilizzati per la realizzazione di costruzioni in terra cruda. Lo studio parte dalla caratterizzazione di campioni provenienti da un’antica raffineria di zucchero, risalente al XVI secolo, situata a 70 Km da Marrachesch e costruita con la tecnica del Pisè. La caratterizzazione è volta a comprendere quali siano i costituenti principali della terra cruda, per risalire quindi alla composizione dei vari componenti utilizzate nell’impasto originale. Dalla caratterizzazione è stato possibile risalire alla composizione mineralogica principale,dalle analisi è risultata la presenza di una particolare argilla, chiamata palygorskyte, diversamente conosciuta come attapulgite. In una seconda fase si è proceduto alla realizzazione in laboratorio di provini di terra cruda simili a quelli storici. I provini sono stati realizzati utilizzando un’argilla di colore rosato, fornita dalla San Marco Laterizi S.p.A., che presentava, ad eccezione della palygorskite, composizione mineralogica simile a quella riscontrata nei campioni della raffineria di Chichaoua. E’ stato scelto di realizzare diverse tipologie di impasto per confrontarne le caratteristiche: con poca presenza di sabbia, o con elevata presenza di sabbia, con o senza l’aggiunta di attapulgite. I provini successivamente sono stati campionati e analizzati mediante analisi Tg-dsc, Ft-ir, Xrd, Sem a diversi tempi di maturazione per poterne monitorare lo stato di idratazione e l'eventuale formazione di prodotti di reazione come silicati di calcio idrati, responsabili dell'indurimento del materiale. In un secondo momento i provini sono stati sottoposti a prove ed analisi, quali prove di assorbimento di acqua per risalita capillare, misure di densità reale tramite picnometro ad elio, analsi con porosimetro a mercurio e prove di resistenza meccanica, al fine di determinarne le proprietà fisico-meccaniche. Nell’ultima fase del lavoro è stato applicato un consolidante ed è stata valutata la risposta del materiale a tale trattamento.

Caratterizzazione chimica e fisica di impasti in terra cruda e proposta di metodologie per il loro consolidamento

Pirolandi, Laura
2014/2015

Abstract

Questo lavoro di tesi si propone di affrontare lo studio della reattività e delle interazioni che avvengono tra i materiali utilizzati per la realizzazione di costruzioni in terra cruda. Lo studio parte dalla caratterizzazione di campioni provenienti da un’antica raffineria di zucchero, risalente al XVI secolo, situata a 70 Km da Marrachesch e costruita con la tecnica del Pisè. La caratterizzazione è volta a comprendere quali siano i costituenti principali della terra cruda, per risalire quindi alla composizione dei vari componenti utilizzate nell’impasto originale. Dalla caratterizzazione è stato possibile risalire alla composizione mineralogica principale,dalle analisi è risultata la presenza di una particolare argilla, chiamata palygorskyte, diversamente conosciuta come attapulgite. In una seconda fase si è proceduto alla realizzazione in laboratorio di provini di terra cruda simili a quelli storici. I provini sono stati realizzati utilizzando un’argilla di colore rosato, fornita dalla San Marco Laterizi S.p.A., che presentava, ad eccezione della palygorskite, composizione mineralogica simile a quella riscontrata nei campioni della raffineria di Chichaoua. E’ stato scelto di realizzare diverse tipologie di impasto per confrontarne le caratteristiche: con poca presenza di sabbia, o con elevata presenza di sabbia, con o senza l’aggiunta di attapulgite. I provini successivamente sono stati campionati e analizzati mediante analisi Tg-dsc, Ft-ir, Xrd, Sem a diversi tempi di maturazione per poterne monitorare lo stato di idratazione e l'eventuale formazione di prodotti di reazione come silicati di calcio idrati, responsabili dell'indurimento del materiale. In un secondo momento i provini sono stati sottoposti a prove ed analisi, quali prove di assorbimento di acqua per risalita capillare, misure di densità reale tramite picnometro ad elio, analsi con porosimetro a mercurio e prove di resistenza meccanica, al fine di determinarne le proprietà fisico-meccaniche. Nell’ultima fase del lavoro è stato applicato un consolidante ed è stata valutata la risposta del materiale a tale trattamento.
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