La tesi descrive le strategie di costruzione e trasmissione della memoria di alcune comunità palestinesi risiedenti nella città di Nottingham, e il ruolo della memoria all’interno del processo di costruzione dell’identità mai univoca collettivamente e frastagliata individualmente. Il differente luogo di nascita e crescita (in Palestina piuttosto che al di fuori di essa), il contatto diretto o indiretto con la terra palestinese, la storia familiare e l’età anagrafica saranno determinanti nella formulazione delle narrazioni memoriali e identitarie. Gli interlocutori di terza generazione, la maggior parte figli o nipoti di ex rifugiati, raccontano l’inizio della propria storia famigliare a partire dal periodo storico della Nakba, attorno al quale fanno principalmente ruotare memorie di carattere collettivo e quindi frutto principalmente della pratica di trasmissione generazionale; mentre le memorie degli interlocutori di seconda generazione nati e cresciuti in una cittadina vicino Betlemme, sono prevalentemente memorie individuali in cui è dominante il periodo storico dell’Intifada vissuto, per l’appunto, in prima persona. Tuttavia, ciò che emerge è come attraverso l’approccio della storia di vita, le sfere di composizione identitaria (sociale, nazionalistica, politica, culturale e religiosa) interagiscano e si coniughino differentemente in ognuno degli interlocutori, creando delle soggettività che demistificano l’esistenza di un collettivo, omogeneo e forte sentimento nazionalista, informando piuttosto sulla necessità di andare oltre il passato nazionale e avere un occhio rivolto al presente declinato da interessi di ordine etico-morale, religioso, ma primariamente alla pace e alla serenità individuale.
"Tra Nakba e Intifada: verso le memorie del presente. Etnografia di due comunità palestinesi di Nottingham".
Serra, Chiara Maria Luisa
2018/2019
Abstract
La tesi descrive le strategie di costruzione e trasmissione della memoria di alcune comunità palestinesi risiedenti nella città di Nottingham, e il ruolo della memoria all’interno del processo di costruzione dell’identità mai univoca collettivamente e frastagliata individualmente. Il differente luogo di nascita e crescita (in Palestina piuttosto che al di fuori di essa), il contatto diretto o indiretto con la terra palestinese, la storia familiare e l’età anagrafica saranno determinanti nella formulazione delle narrazioni memoriali e identitarie. Gli interlocutori di terza generazione, la maggior parte figli o nipoti di ex rifugiati, raccontano l’inizio della propria storia famigliare a partire dal periodo storico della Nakba, attorno al quale fanno principalmente ruotare memorie di carattere collettivo e quindi frutto principalmente della pratica di trasmissione generazionale; mentre le memorie degli interlocutori di seconda generazione nati e cresciuti in una cittadina vicino Betlemme, sono prevalentemente memorie individuali in cui è dominante il periodo storico dell’Intifada vissuto, per l’appunto, in prima persona. Tuttavia, ciò che emerge è come attraverso l’approccio della storia di vita, le sfere di composizione identitaria (sociale, nazionalistica, politica, culturale e religiosa) interagiscano e si coniughino differentemente in ognuno degli interlocutori, creando delle soggettività che demistificano l’esistenza di un collettivo, omogeneo e forte sentimento nazionalista, informando piuttosto sulla necessità di andare oltre il passato nazionale e avere un occhio rivolto al presente declinato da interessi di ordine etico-morale, religioso, ma primariamente alla pace e alla serenità individuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/22397