Il lavoro si sviluppa dall’interesse personale dell’Autore nato e vissuto in Libia fino all’espulsione degli italiani nel 1969-70 e si propone d’offrire un contributo per una ricostruzione condivisa e partecipata della vita a Tripoli. Proiettandosi all'indietro negli anni Cinquanta - Sessanta raccoglie le storie orali dei giovani di allora, là residenti e attraverso le interviste rappresenta uno spaccato della socialità a Tripoli. Le memorie affondano le loro radici nel passato di nonni e genitori emigrati in epoca coloniale e per alcune casate si sono potute ricostruire nella loro genealogia le migrazioni di più generazioni, provenienti dall’Italia e da altri Paesi mediterranei. Emergono le reti di relazione tra i vari gruppi nazionali e confessionali, i luoghi di residenza e d’incontro, i percorsi urbani sia nel tempo quotidiano che festivo, le occasioni d’aggregazione, di ritrovo e d’affezione, l’articolazione dei rapporti nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero. Molte immagini accompagnano la narrazione e ne rafforzano le storie, che sono l’occasione per ripercorrere, con essenziali cenni la storiografia comune, remota e recente, d’Italia e di Libia. La descrizione del territorio e della toponomastica sono lo spazio fisico in cui viene costruito un paesaggio e in cui si trovano, agiscono e si modulano tra loro persone con diversità culturali. L’incontro produce usanze, abitudini alimentari familiari e di strada, modi di relazione, una lingua ufficiale e una parlata comune identificativa del gruppo.
Socialità urbana a Tripoli negli anni Cinquanta – Sessanta nelle memorie orali ed iconografiche degli italiani di Libia.
Infantolino, Domenico
2014/2015
Abstract
Il lavoro si sviluppa dall’interesse personale dell’Autore nato e vissuto in Libia fino all’espulsione degli italiani nel 1969-70 e si propone d’offrire un contributo per una ricostruzione condivisa e partecipata della vita a Tripoli. Proiettandosi all'indietro negli anni Cinquanta - Sessanta raccoglie le storie orali dei giovani di allora, là residenti e attraverso le interviste rappresenta uno spaccato della socialità a Tripoli. Le memorie affondano le loro radici nel passato di nonni e genitori emigrati in epoca coloniale e per alcune casate si sono potute ricostruire nella loro genealogia le migrazioni di più generazioni, provenienti dall’Italia e da altri Paesi mediterranei. Emergono le reti di relazione tra i vari gruppi nazionali e confessionali, i luoghi di residenza e d’incontro, i percorsi urbani sia nel tempo quotidiano che festivo, le occasioni d’aggregazione, di ritrovo e d’affezione, l’articolazione dei rapporti nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero. Molte immagini accompagnano la narrazione e ne rafforzano le storie, che sono l’occasione per ripercorrere, con essenziali cenni la storiografia comune, remota e recente, d’Italia e di Libia. La descrizione del territorio e della toponomastica sono lo spazio fisico in cui viene costruito un paesaggio e in cui si trovano, agiscono e si modulano tra loro persone con diversità culturali. L’incontro produce usanze, abitudini alimentari familiari e di strada, modi di relazione, una lingua ufficiale e una parlata comune identificativa del gruppo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/21273